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Nell’ospedale pediatrico di Raqqa in Siria un altro futuro è possibile

La struttura è stata consegnata al locale Comitato per la salute grazie a un progetto curato dall'ong Un Ponte Per

Pubblicato:08-11-2022 11:48
Ultimo aggiornamento:08-11-2022 12:12

raqaa
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ROMA – “Lì dove erano state create prigioni e luoghi di morte, oggi sono tornati a nascere dei bambini. Torna la vita”. Succede a Raqqa, nel nord-est della Siria, e a raccontarlo è Luca Magno, responsabile Salute di Un Ponte Per, ong che ha rimesso in funzione il reparto di ginecologia e pediatria del principale ospedale pubblico che l’Isis aveva trasformato in base e prigione militare.

DOPO L’OCCUPAZIONE DEL GRUPPO STATO ISLAMICO

La struttura offre oggi ottanta posti letto per bambine e bambini completamente equipaggiati su due piani e un reparto di radiologia. E poi 30 incubatrici, una nursery con dieci culle, laboratori di analisi, due ambulatori medici pediatrici e un servizio di ambulanze e pronto soccorso.
Un segno di speranza per la città che nel 2014 venne presa dalle milizie del gruppo Stato islamico: le sue vie, raccontano i testimoni, si svuotarono di persone e si riempirono delle macerie dei combattimenti. Dopo la sua liberazione, nel 2017, la popolazione – oltre 300mila persone – è tornata e Un Ponte Per, insieme alla Mezzaluna rossa curda e all’associazione locale Doz, ha raccolto la sfida di far ripartire i servizi. Si chiama “Darna”, “la nostra casa” in lingua araba, il progetto finanziato dalla Cooperazione italiana.

SERVIZI DI QUALITA’ ED “EMPOWERMENT”

“Abbiamo ripristinato due reparti dell’ospedale ‘Al Hilal‘, e questo risponde alla nostra priorità di offrire servizi medici di qualità. Ma abbiamo puntato anche su bambini e adolescenti, e sull’empowerment delle donne” dice all’agenzia Dire Christine Fleischer, project manager a Raqqa. Fleischer continua: “Dobbiamo tenere presente che la guerra, la pandemia di Covid-19 e più di recente l’impatto economico del conflitto russo-ucraino continuano a far crescere la povertà ed espongono soprattutto donne e giovani a tanti rischi. Nell’ospedale abbiamo quindi creato spazi ‘protetti’ per bambini e adolescenti. Ai più piccoli proponiamo attività ricreative così i genitori vanno a lavorare sereni. Per i teenager- continua l’operatrice- organizziamo momenti di confronto anche con le famiglie per affrontare temi legati all’età, accanto ad attività di supporto per evitare che lascino la scuola: violenze domestiche, matrimoni precoci e lavoro minorile in contesti come questo sono fenomeni frequenti”.


GESTIONE LOCALE

Il progetto Darna si è concluso nel settembre 2022 e ora l’ospedale è passato sotto la gestione del Comitato locale per la salute, ma come assicura Fleischer “il nostro lavoro non è finito. Contiamo di mantenere le attività per i più giovani e gli spazi protetti per ragazze e donne, con cui lavoriamo anche per dare opportunità professionali attraverso corsi di inglese e informatica”.
“A Raqqa ora tutto è cambiato” conferma Baha Helal, coordinatore regionale della Mezzaluna rossa curda (Krc), storico partner dell’ong italiana. “Non possiamo che dire grazie alle organizzazioni che hanno reso tutto questo possibile, ma è importante che i donatori internazionali non dimentichino questa crisi e continuino a sostenerci” conclude il coordinatore.

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