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Colpo al clan che imponeva il pizzo agli imprenditori di Catania, arresti

L'intimidazione in un video

Pubblicato:08-11-2022 09:01
Ultimo aggiornamento:08-11-2022 09:01

Catania intimidazione a commerciante
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PALERMO – Operazione antimafia della polizia a Catania. L’indagine, coordinata dalla Dda etnea, ha colpito il clan di Lineri appartenente ai Santapaola-Ercolano e operante sia nel capoluogo che in provincia. Centinaia di uomini, coadiuvati dai reparti speciali, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di decine di esponenti di Cosa nostra catanese. Il business principale del clan di Lineri erano le estorsioni a imprenditori e commercianti.

L’INTIMIDAZIONE IN DIRETTA

Circa venti imprese locali, dopo anni di pressanti richieste, sono state liberate dal pizzo mafioso. Le telecamere nascoste della polizia di Catania hanno immortalato una intimidazione messa in atto dal clan nei confronti di un commerciante di Catania nell’agosto del 2019. In quell’occasione furono recapitate dagli indagati due cartucce calibro 7,65 per intimorire il commerciante.

MESSINA: “SOLO LA METÀ DEI TAGLIEGGIATI HA DENUNCIATO”

“È inconcepibile che ancora oggi, nonostante l’efficacia e l’incisività dell’azione di contrasto espletata dallo Stato, esistano parti offese che si ostinano a non denunciare, addirittura dichiarando il falso”, dice il direttore centrale anticrimine della polizia, prefetto Francesco Messina, commentando l’operazione antimafia denominata ‘Sabbie mobili’. “La lotta alla criminalità organizzata non può essere delegata esclusivamente alle forze dell’ordine e alla magistratura”, ha aggiunto Messina. E ancora: “La sicurezza è di tutti e l’unica protezione è quella fornita dallo Stato. Cosa nostra non fornisce protezione, commette delitti e inquina le libertà economiche. Non denunciare di essere vittima di estorsione è un comportamento che potrebbe essere talvolta ai limiti della rilevanza penale“. Poi un dato allarmante: “Colpisce, in questa indagine, che su 32 estorti, solo 16 abbiano ritenuto di contribuire con le loro denunce all’accertamento della verità da parte nostra”.


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