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Crollo palazzina a Ponte Milvio, gli inquilini: “Senza casa da 13 mesi”

A 13 mesi dal crollo della palazzina di via della Farnesina 5, l'appello delle famiglie rimaste senza casa: 'Vogliamo solo ricostruire le nostre case'

Pubblicato:08-11-2017 13:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:52

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foto da vignaclarablog.it


ROMA – A 13 mesi dalla perdita delle proprie case, le dieci famiglie finite in strada dopo il crollo della palazzina di via della Farnesina 5, a Ponte Milvio, rivolgono un nuovo appello al Campidoglio: “Vogliamo solo ricostruire le nostre case, ma non possiamo farlo finché il pubblico non eseguirà le indagini necessarie per scongiurare nuovi crolli anche negli edifici accanto. E stiamo aspettando da oltre un anno“.

A farsi portavoce degli ex inquilini è Ignazio Squillante, anche lui condomino della palazzina, crollata nella notte tra il 23 e il 24 settembre 2016 e poi demolita a spese degli stessi abitanti in mancanza dell’individuazione di un responsabile della tragedia sfiorata, nonché consigliere M5S del XV Municipio che negli scorsi mesi aveva rassegnato le dimissioni da presidente della commissione Bilancio proprio “per le lungaggini burocratiche dell’amministrazione capitolina” nel caso in questione.


L’APPELLO DEI CONDOMINI: “CAMPIDOGLIO INTERVENGA, VOGLIAMO SOLO RICOSTRUIRE”

I condomini, ha spiegato Squillante, “hanno il desiderio di poter ricostruire il più presto possibile, ma con le indagini abbiamo scoperto che la situazione geologica non è chiara e non si capisce bene se si può ricostruire senza problemi o se si rischia un blocco lavori o, peggio, ripercussioni negli edifici accanto. Le varie perizie sembrano non andare d’accordo, per questo chiediamo un intervento pubblico da parte del Campidoglio per una verifica che possa valutare la sicurezza per evitare rischi per le palazzine accanto”.

“Lo dico perché- ha sottolineato il consigliere municipale M5S- se poi la perizia più negativa e conservativa si rivelasse fondata e ci fosse un disastro simile al nostro, in cui ci siamo salvati per miracolo, allora tutto ciò sarà responsabilità del pubblico. Come politico e come condomino, visto che per assurdo i residenti non sono legittimati a fare questa richiesta, chiedo che si faccia al più presto questa indagine”.

L’EX INQUILINO: “HO SPESO 150MILA EURO E SONO ANCORA FUORI CASA”

A quanto apprende l’agenzia Dire, alcuni condomini hanno speso fino a 150mila euro tra spese di demolizione e indagini finalizzate a comprendere lo stato dell’area, che risulterebbe in una situazione di pericolosità: “Sono 13 mesi che siamo fuori casa e nessuno si è mosso neanche per sollecitare la Procura: la sindaca Raggi aveva detto che non ci avrebbe lasciato soli, ma siamo stati abbandonati, paghiamo addirittura le tasse, Ama compresa, per l’edificio abbattuto che viene calcolato come seconda casa”.

“Abbiamo pagato tutto di tasca nostra, ho speso 150mila euro per dimostrare una situazione di pericolosità- ha dichiarato un residente- sarei ben contento di rientrare se una relazione da 2mila euro mi dice che non c’è pericolo, ma permettete che io abbia i miei dubbi. E anche diversi inquilini delle palazzine accanto in un primo momento evacuate, non si fidano di rientrare”.

SIMU E MUNICIPIO: “MANCANO RELAZIONI, FINO AD ALLORA NIENTE INDAGINI”

Il riferimento è alle rassicurazioni dei tecnici del Simu e della Protezione civile del Campidoglio, che stamattina sono stati auditi in commissione capitolina Trasparenza, presieduta da Marco Palumbo (Pd), per fare il punto della situazione.

Insieme a loro anche il presidente M5S del XV Municipio, Stefano Simonelli: “Abbiamo ricevuto le relazioni in merito ai tre edifici nella corona intorno a quello crollato, che erano stati evacuati, e agli altri nella corona più esterna: per tutti era stata richiesta una relazione tecnica di verifica degli immobili e la eventuale tempistica degli interventi, ma le stesse non rilevano criticità particolari“, hanno spiegato i tecnici e il minisindaco. A bloccare ancora la ricostruzione è, ufficialmente, il fatto che “ce ne mancano ancora tre, che abbiamo sollecitato a fine settembre”.

Le perizie asseverate, comunque, “dicono che le due palazzine accanto e quella appena dietro sono abili e arruolabili“. Per Simonelli, perciò, “quando avremo tutte le relazioni poi saranno eventualmente avviate le indagini da parte pubblica sull’area dell’edificio crollato”.

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