
ROMA – Non è la prima volta che Cateno De Luca, il deputato rieletto domenica nelle fila dell’Udc e finito stamattina agli arresti domiciliari con l’accusa di evasione fiscale, si ritrova nel bel mezzo di guai giudiziari. Tant’è vero che era nella lista dei cosiddetti ‘impresentabili’. Problemi con la giustizia a parte, il leader di Sicilia vera ed ex sindaco del paesino di Fiumedinisi, è stato anche protagonista di gesti ‘forti’ e mediatici. Come quando si era denudato restando in mutande con la bandiera della Sicilia legata in vita e la coppola nera in testa.
IL VECCHIO ARRESTO DEL 2011
Il leader di Sicilia vera ed ex sindaco di Fiumedinisi (nel messinese), era stato già arrestato nel giugno del 2011 per tentata concussione e abuso d’ufficio per vicende legate alla sua attività amministrativa. Con de Luca venne arrestato anche suo fratello Tindaro.
Al centro dell’inchiesta c’erano la costruzione di un albergo con annesso centro benessere (che venne sequestrato) e anche la costruzione di 16 alloggi da parte della coop Mabel. Edificazioni che, per l’accusa, De Luca avrebbe permesso e agevolato per favorire imprese a lui legate. Il processo per questa vicenda è ancora in corso: De Luca aveva chiesto alla Corte di Cassazione lo spostamento del processo a Reggio Calabria, ma i giudici hanno deciso che deve rimanere a Messina.
QUANDO DE LUCA RIMASE IN MUTANDE ALL’ARS
Come deputato dell’Ars (Assemblea regionale Sicilia), De Luca è stato in passato anche protagonista di iniziative eclatanti, come quando il 5 dicembre 2007 fece una singolare protesta: si denudò in aula restando in mutande e usando la bandiera della Sicilia a mo’ di pareo. Il gesto, in polemica contro l’allora presidente Micciché e la sua decisione di estrometterlo dalla commissione Bilancio , si spogliò rimanendo in mutande e poi si coprì con la bandiera della Sicilia. Poi, indossata una coppola, aprì alcuni pacchi regalo destinati al presidente dell’assemblea tra cui un Pinocchio e una Bibbia. La provocazione voleva essere un invito a convertirsi ad una politica più coerente. Per essere precisi, però, de Luca si era spogliato già nel 2006: lo aveva fatto a Messina, per protestare contro il mancato finanziamento per il trasferimento dell’ acqua potabile a Lipari.
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