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Intervista a Gian Matteo Zeppa

Nome: Gian Matteo Cognome: Zeppa Luogo e data di nascita: San Marino, 11

Pubblicato:08-11-2016 11:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:16

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gian_matteo_zeppa_rete_smNome: Gian Matteo

Cognome: Zeppa

Luogo e data di nascita: San Marino, 11 Marzo 1974


Professione: impiegato settore privato

Residenza a San Marino: dalla nascita

Domicilio a San Marino: dalla nascita

Partito: Rete

1) Cominciamo dalla legislatura ormai volta al termine. Può dirci cosa, secondo la sua opinione, ha funzionato bene e cosa no o comunque meno? Per quali ragioni?

Il tracollo dell’oscena scelta di fare di San Marino una “Piazza Finanziaria”, celandone la reale indole di paradiso fiscale quasi come fosse un qualcosa di etico, con tutti gli annessi e connessi, ha depauperato la società della propria essenza vitale. Mi guardo intorno e vedo solo macerie cagionate da quella volontà. Sono ancora presenti gli attori di allora, che oggi si uniscono in nuove santissime alleanze, spacciandosi per novelli statisti. La povertà economica all’interno di un territorio sì ridotto, si è ripercossa immediatamente in tutto il sistema, a cominciare dal mercato del lavoro, al sistema sanitario e previdenziale. Ora siamo giunti al punto che pariteticamente ai giocatori d’azzardo, si tenda nello sfidar la sorte sperando che possa andare bene, per rientrare delle perdite avute. Ma lo si fa con le finanze della cittadinanza, senza un controllo o una programmazione appunto. Ma la fortuna non aiuta gli audaci. Chi lo è davvero audace, deve -oggi- far solo una cosa: lavorare per la comunità. E questo nessuno -e la recente storia insegna- è stato capace di farlo, sempre troppo incentrato nell’egocentrico di una carica elettiva ricevuta dalla cittadinanza. Troppe primedonne e troppi soloni che non sanno che cosa voglia dire sporcarsi le mani. Inutile vantarsi di essere trasparenti verso il mondo, se si rimane opachi nell’anima.

2) Nella prossima legislatura, quali sono i tre punti prioritari che la nuova maggioranza dovrà mettere al centro dell’agenda politica nei primi 100 giorni? Perché?

Siamo già passati dall’esempio di chi urlava che in 6/9 mesi (Bene Comune nel 2012) avrebbe risolto tutto. Peccato che poi chi lo asserì con certezza granitica, si dovette dimettere da incarichi istituzionali per le questioni del Conto Mazzini. Gli slogan non servono a nulla, se non per passare poi da imbecilli. Bisogna essere concreti ed affrontare la crisi a muso duro. Priorità? Sistema bancario, mondo del lavoro e riforma previdenziale. Ma non dimenticandosi di altri settori basilari come ad esempio il turismo, potenziale volano incredibile. Tutto però deve poter interagire complessivamente. Senza che nulla possa andare per la propria strada. Il sistema deve saper far squadra. Di soloni ne abbiamo già avuti troppi.

3) Ci sono delle tematiche politiche che sente maggiormente vicine e per le quali desidera impegnarsi in prima persona? Come mai?

Riuscire ad offrire la possibilità di cambiare la mentalità politica sammarinese, facendola mutare a umile formica piuttosto che altezzosa cicala. E tentare di avere un vero Stato di diritto, in cui si evidenzi quanto prima fosse profondamente mafioso. E’ vero…non ci sono stati episodi che richiamano alle faide tipiche di quell’ambito (fortunatamente), ma tutto il resto lo era ed in parte lo è ancora.

4) In questa fase si parla sempre più di sviluppo dell’economia del Paese ma il concetto è legato all’idea di sviluppo che ognuno ha. Secondo la sua, quali sono le direzioni da seguire per ottenere i traguardi in tale ambito? A cosa non bisogna rinunciare per farlo?

San Marino è uno stato sovrano. Ha delle potenzialità enormi. Sono altresì convinto che abbia i numeri per essere un diamante fulgido. Ma un diamante è la quintessenza della purezza e della trasparenza. A San Marino ogni cittadino deve aver la possibilità di poter accedere liberamente ai dati di sistema. Lo deve fare e pretendere perchè sospinto da un senso civico che per anni ha latitato. Dobbiamo diventare attrattivi internamente in primis. Se riusciremo a farlo, esserlo verso l’esterno sarà semplicemente la normale conseguenza.

5) Qual è il convincimento che ha maturato in questi anni nel rapporto che sarebbe giusto si instaurasse tra San Marino e Unione Europea?

I passi intrapresi nel recente passato non convincono, se non altro per la mancanza di dati effettivi sullo stato dell’arte che hanno. Similmente a tutti i settori. Le ultime notizie che abbiamo è che dal tavolo da lavoro nel quale sono seduti anche Andorra e Monaco, la parte del somaro da traino lo stia facendo solo San Marino. Gli altri due micro-stati hanno per storia e morfologia e geopolitica, un percorso “più tutelato”. La cosa più inquietante scritta in un documento ufficiale datato 5 Aprile 2016 e fornito ai membri della Commissione Esteri, è che una commissione apposita sia stata incaricata dal Governo per “elaborare alcune proposte di riforma a carattere costituzionale volte a favorire un recepimento più agile dell’acquis comunitario” e che esse “siano nate per salvaguardare l’assetto istituzionale dello Stato, aggiornandolo alle NECESSITA’ che tale Accordo produrrà nella vita quotidiana delle Istituzioni, che dovranno essere fatte proprie dal Governo, presentate al Consiglio Grande e Generale per l’approvazione a maggioranza qualificata“.
Quindi si parla di profonde riforme costituzionali che potranno andare a minarne la sovranità e che esse passeranno solo ed unicamente per il Consiglio Grande e Generale. Ed anche in questo caso, come in molti altri, nessun accenno -in un documento ufficiale- ad alcun tipo di referendum confermativo tra la cittadinanza. Solo autoreferenzialità degli eletti. Tutto questo è abbastanza assurdo!

6) Nella storia di San Marino, anche recente, c’è una figura politica a cui si ispira o almeno in cui si riconosce per ideali e valori?

No.

7) Nello scenario politico internazionale, attuale o passato, c’è un personaggio di cui stima l’azione politica? Se si, per quali motivi?

No. Anzi si….Noam Chomsky. Bisognerebbe clonare menti come la sua. Difficile definire i suoi ambiti politici e sociali, proprio perchè le valutazioni che pone, partono dall’analisi sociologica per poi giungere a quella politica. Evidenzia quanto sia la società che definisce la politica, e non il contrario. Ed Elias Canetti, autore di “Massa e Potere”, l’opera che ha un posto privilegiato nel mio cuore di studente universitario. Ci mise quasi 40 anni per completarla, e tutta l’opera è un’analisi calzante ed antropologica dell’evoluzione socio-politica.

8) Ci sono delle esperienze nella sua formazione, nel suo lavoro, nella sua vita (anche politica) che considera propedeutiche o comunque importanti per svolgere nel migliore dei modi il mandato per cui si candida?

Rimanere sempre e comunque fedeli con l’elettorato che ha scritto il tuo nome sulla scheda elettiva. Nella trascorsa legislatura, abbiamo assistito al passaggio di due persone elette nelle fila di un partito di opposizione, in quello della maggioranza. Credo che il rispetto lo si debba innanzitutto a sé stessi; cose simili evidenziano il pressapochismo ed il menefreghismo politico di chi riceve un mandato elettivo e che in seconda battuta, come le banderuole, si indirizzano laddove il vento si spera sia migliore. Gli ideali sono fondamentali. O si hanno o è solo opportunismo becero.

9) Ci sono momenti in cui si sente orgoglioso del suo Paese? Quando l’ultima volta?

Ogni volta che la cittadinanza si rende conto di quanto possa essere influente e possa valere davvero tanto. I cittadini possono e devono sentirsi parte attiva non ogni 5 anni. Devono metabolizzare che il loro valore è perennemente reale tutti i giorni, per 365 dì all’anno. Da qui all’eternità.

10) Quali sono gli aspetti del suo carattere che ritiene maggiormente importanti per fare politica?

La cocciutaggine nell’arrivare al raggiungimento di un obiettivo.

11) Quando è nata nella sua vita l’aspirazione all’impegno politico con lo spirito di servizio per la nostra Repubblica? É giunta legata a un fatto scatenante particolare o si è costruita gradualmente nel tempo?

In realtà sono stato fortunato nell’essere mancato da San Marino per motivi di studio, per diversi anni. Una volta rientrato ciò che vidi non mi piacque affatto. La vicinanza con persone che hanno sempre resistito ha creato la scintilla. E se vogliamo dirla tutta, l’innesto per tentare di fare qualcosa fu l’elezione di Gabriele Gatti alla massima carica istituzionale. Quella è la macchia che non sarà mai pulita.

12) Nella sua vita privata, anche passata, ci sono delle passioni (sport, hobbies, interessi) che ha coltivato e che hanno lasciato il segno dentro di lei? Se si, quali insegnamenti ne ha ricavato?

Lo sport. Se affrontato con il giusto piglio, e non esclusivamente con l’assillo della vittoria ad ogni costo, forma il carattere. Insegna a non mollare mai. Definisce nel perimetrare i limiti entro i quali il fisico e la mente possono stare. Ed i limiti sono fatti molte volte per dover essere superati; ed allora è lì la reale sfida. Contro se stessi.

13) Con la preferenza unica crediamo che gli elettori valuteranno la competenza, le capacità del candidato, le sue motivazioni e l’entusiasmo. Cosa può dire a proposito riguardo le sue?

Non amo parlare di me stesso. Personalmente ritengo dilaniante il mettersi in mostra come i galli unicamente per una elezione. Le parole le porta via il vento, e rimarrò sempre ancorato alla mia semplice realtà. Le idee e gli ideali contano di più dei singoli. Ed in questo momento RETE è una fucina di idee che altro non sono che la somma di tante identità che convergono verso un obiettivo: svoltare. Checché ne possano dire gli altri.

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