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L’Ora “illegale” di Filippo Ganna: stracciati i record di Bigham e Boardman

Riscritta la storia: il nuovo primato è 56,792 km. Battuto anche il limite non omologato

Pubblicato:08-10-2022 21:19
Ultimo aggiornamento:08-10-2022 21:19

Filippo Ganna
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ROMA – L’ora “illegale” di Filippo Ganna. L’aria non fa più resistenza. Non bastava l’oro olimpico, un po’ di ori ai Mondiali, e tante ore in maglia rosa. Ha percorso in quella ventiquattresima porzione d’un giorno che nel ciclismo equivale a 150 anni di storia intera 56 chilometri e 792 metri, battendo il precedente record che apparteneva a Daniel Bigham, ma anche quello mai omologato di Boardman.

Nella gara contro se stessi, col tempo prefissato e uno spazio da conquistare a brandelli, un centimetro in più dopo l’altro sottratti all’ossigeno, Ganna mette il suo nome in cima ad un Olimpo fatto di Coppi e Merckx, il quale disse: “È stata l’ora più lunga della mia carriera. Non ci riproverò mai più”. Jack Bobridge, che fallì l’impresa nel 2015, fu più drammatico: “È la cosa più vicina alla morte che abbia mai provato”.
Una centrifuga su un circuito (nel velodromo di Grenchen, in Svizzera) senza avversari, e tattiche. Senza freni. Solo un rapporto lunghissimo, e un cronometro. Un’ora da criceto volante.

Ganna è salito sul “Bolide”, costruito in 3D con il telaio in lega di alluminio, scandio e magnesio che costa 60 mila euro, e l’ha tirato fin dove poteva, aggiungendo umanità a quel capolavoro di tecnologia nato dagli studi sull’aerodinamica estrema, ma anche sulle balene, nell’azienda Pinarello di Treviso. I condizionatori del velodromo a 27 gradi, pressione atmosferica intorno a quella ideale, 1000-1050 ettopascal. S’è riscaldato nei primi minuti, poi via in accelerazione costante fino a rompere il muro di Bigham e poi quello di Boardman. Ad un soffio dai 57 chilometri orari: una velocità da motore a scoppio.


Ganna riporta il record in Italia, con tutta la sua essenzialità: un uomo che pedala, giro dopo giro, in traiettoria unica, curve e rettilineo. Precisa allo scoccar d’un secondo. Dove arrivi metti il segno. Se è un segno nella storia tanto meglio.

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