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Esplosione sul ponte tra Russia e Crimea, il consigliere di Zelensky: “È solo l’inizio”

"Tutto ciò che è illegale deve essere distrutto" e "tutto ciò che è stato rubato all'Ucraina deve essere restituito"

Pubblicato:08-10-2022 11:38
Ultimo aggiornamento:09-10-2022 13:52

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ROMA – L’esplosione sul ponte che collega la Russia continentale alla penisola di Crimea è solo “un inizio”, perché “tutto ciò che è illegale deve essere distrutto” e “tutto ciò che è stato rubato all’Ucraina deve essere restituito”: così oggi Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky.
Questa mattina, alle 6.07 ora locale, esplosioni hanno provocato il crollo di due viadotti stradali del ponte. La struttura, lunga 19 chilometri e costata circa tre miliardi di dollari, taglia lo stretto di Kerch. È stata inaugurata nel 2018, quattro anni dopo l’annessione russa della Crimea, denunciata da Kiev come illegittima.
Secondo il Comitato anti-terrorismo della Russia, citato dalle agenzie di stampa Novosti e Interfax, “l’esplosione è stata causata da un mezzo cargo su un viadotto stradale dal lato della penisola di Taman, che ha determinato l’incendio di sette vagoni carichi di benzina di un treno in viaggio verso la Crimea”.
Il presidente del parlamento locale, Vladimir Konstantinov, ha accusato della deflagrazione “criminali ucraini, che sono riusciti ad allungare le loro mani sporche di sangue sul ponte della Crimea”.
Secondo il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov, il capo di Stato Vladimir Putin è stato informato dell'”emergenza” e ha disposto l’avvio di un’inchiesta.
Podolyak, su Twitter, con un apparente riferimento a nuove operazioni contro la Russia dopo l’esplosione di stamane, ha scritto: “A cosa toccherà adesso?”

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