
TORINO – Da grande voglio fare il pastore. A lanciare la proposta di dedicarsi alla pastorizia è la Coldiretti Piemonte e il comune di Paroldo, in provincia di Cuneo, 212 abitanti che vivono in un misterioso borgo medioevale intriso di magia. Dal 25 settembre è partito il primo percorso formativo unico in Italia dedicato all’allevamento ovicaprino. Il programma formativo, messo a punto da Inipa Nord-Ovest, Ente di formazione di Coldiretti, vede coinvolti l’Università degli Studi di Torino e l’Istituto lattiero-caseario di Moretta e si rivolge sia ai giovani che, pur non operando nel settore agricolo e non avendo una specifica formazione, intendono sviluppare un progetto d’impresa ad indirizzo ovicaprino, sia a chi, pur avendo già maturato esperienze in agricoltura, intende specializzarsi nell’allevamento di capi ovicaprini.
“Pastori si diventa con la passione e con l’esperienza, ma non solo: sempre più occorrono competenze professionali, specifiche e trasversali– sottolinea Fabiano Porcu, direttore di Coldiretti Cuneo- per salvaguardare il benessere animale, valorizzare le produzioni di qualità, costruire una strategia vincente d’impresa, rispondere efficacemente alle richieste del mercato, conoscere le dinamiche di accesso al credito e gli strumenti di una comunicazione efficace”.
ALCUNE RAZZE PIEMONTESI SONO IN VIA DI ESTINZIONE
Sono 10.000 le aziende piemontesi che allevano capi ovicaprini, 204.000 in totale, di cui 125.000 ovini e 79.000 caprini, per un fatturato complessivo che ammonta a 5,2 milioni di euro. Tra le razze allevate storicamente sul territorio piemontese figurano la pecora delle Langhe, la Sambucana, la Garessina, la Frabosana, la Saltasassi, la Savoiarda, e poi le capre Sempione, Grigia delle Valli di Lanzo, Fasana, Vallesana. Alcune di queste razze sono esposte ad un serio rischio di estinzione, oltre che minacciate dal ritorno del lupo e degli ibridi, responsabili di attacchi sempre più numerosi alle greggi; un tema su cui oggi Coldiretti ha invitato alla riflessione senza prese di posizione ideologiche, con un appello alla Regione per l’individuazione e l’attuazione di soluzioni che consentano l’equilibrio fra tutela del lupo e attività pastorali. Da qui la necessità raccolta da Coldiretti di promuovere concretamente il recupero delle attività pastorali anche nelle aree collinari e montane, dove la pastorizia è portatrice di valore sociale, economico, storico e ambientale.
365 ORE TRA LEZIONI E PRATICA
La Scuola di Pastorizia, progettata in moduli formativi indipendenti l’uno dall’altro, si snoderà fino all’autunno 2021 per un totale di 365 ore fra lezioni teoriche, attività pratiche e stage in azienda. Il primo modulo verte sulla conoscenza degli animali, tra razze ovicaprine, comportamento e benessere, e sulla trasformazione del latte in prodotti caseari ad alto valore aggiunto.
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