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Amazzonia, Mons. Divasson: “Sinodo sia antidoto all’etnocentrismo”

Vicario emerito alla Dire: "Servono rispetto e interculturalità"

Pubblicato:08-10-2019 18:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:47

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ROMA – Una interculturalità ogni giorno più viva, antidoto all’etnocentrismo e a chiusure smentite quotidianamente dalla ricchezza delle prospettive e del mondo: è l’orizzonte tracciato da monsignor José Angel Divasson Cilveti, vicario apostolico emerito del Venezuela, intervistato dall’agenzia ‘Dire’ in occasione del Sinodo per l’Amazzonia. Nel colloquio, rispetto all’assemblea vaticana, in primo piano c’è la “speranza che ci sia il riconoscimento delle differenze”.

Monsignor Divasson porta l’esperienza maturata nel vicariato di Puerto Ayacucho, nello Stato di Amazonas, in una regione bagnata dall’Orinoco al confine con il Brasile e soprattutto la Colombia, segnata storicamente dalla presenza di comunità native. “Noi siamo molto portati all’etnocentrismo” denuncia monsignor Divasson allargando lo sguardo: “Ognuno pensa che la propria cultura è la misura per gli altri ma poi ci troviamo ogni giorno con persone che la pensano diversamente”. Secondo il vicario emerito, della congregazione dei salesiani, in tanti chiedono di poter vivere secondo il proprio stile. “Dicono di voler preservare il loro ‘buen vivir’ e io credo che l’opportunità di entrare in dialogo esista” sottolinea monsignor Divasson: “Sono infatti pronti a condividere le cose che conoscono e a ricevere ciò che noi possiamo dare loro”.

Secondo il vicario emerito, la precondizione per uno scambio vero è il “dialogo rispettoso tra gli uni e gli altri“. Obiettivo e impegno che ritornano in un appello per il Sinodo, in corso fino al 27 ottobre sul tema ‘Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale’. “Ci aspettiamo – sottolinea monsignor Divasson – che l’interculturalità si faccia ogni giorno più viva”.


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