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Con il taglio di 345 parlamentari il Governo Conte si blinda per tre anni

L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:08-10-2019 16:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:47

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ROMA – Oggi la Camera dei Deputati ha detto sì per la quarta e ultima volta al taglio dei parlamentari. Dalle prossime elezioni saranno eletti solo 400 deputati (oggi 630) e 200 senatori (oggi 315). Certo, entro tre mesi c’è la possibilità di richiedere un referendum confermativo per ribaltare il taglio. Ma difficilmente i cittadini italiani, anche in caso di referendum, diranno sì al ripristino delle 345 poltrone tagliate. Una decisione che ha suscitato molte perplessità. A Montecitorio, ad esempio, è girata voce di una ‘fronda’ di 30-40 deputati ‘grillini’ che non partecipando al voto avrebbe messo in crisi il risultato e dato una mazzata al Capo politico, Luigi Di Maio. Come sono emerse posizioni di critica aspra anche dentro il Pd, con alcuni parlamentari di peso che hanno parlato di “sfregio alla Costituzione e di un Pd ormai ‘grillinizzato’ visto che approva senza batter ciglio tutti i provvedimenti del M5S”. Per quanto riguarda il punto politico, il Governo Conte esce blindato da questo voto. Già molti parlamentari non saranno rieletti, peggio andrà con i numeri più bassi previsti in futuro. Facile pensare che tutti si terranno stretto l’attuale posto fino alla fine, succeda quel che succeda.

Vero che con il taglio dei parlamentari il Movimento porta a casa la sua battaglia della vita. Una bella carta, pesante, da giocarsi alle prossime elezioni politiche. Al Pd, alleato, ora tocca giocare sulle riforme necessarie da affiancare al ‘taglio’ come garanzia che non si arrivi ad una rappresentanza dimezzata sui territori. Al centro ci sarà, già da dicembre, la nuova legge elettorale. Prevale chi punta ad un proporzionale senza quota maggioritaria con uno sbarramento al 5%. Così a grandi linee, ad esempio, ragionando sulle intenzioni di voto registrate in queste ore, nella prossima Camera di 400 deputati, il centrodestra ne avrebbe poco più di 180, 160 Pd, M5S e Leu. La partita del Governo, di chi lo guiderà, si giocherà su chi gestirà i restanti 60: Matteo Renzi con la sua Italia Viva o il Partito di Conte premier? Sta qui la ragione degli attacchi continui da parte di Renzi a quest’ultimo. Ha bisogno di azzopparlo prima del voto. E magari troverà qualche amico di peso anche dentro il M5S.

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