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Eritrea, l’imprenditore di Za.er.: “Con la pace cresce la voglia di Italia”

Parla l'ad della prima azienda tessile industriale d’Eritrea. Conte ci andrà in settimana

Pubblicato:08-10-2018 16:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:39

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ROMA – “Ad Asmara si aspettano che l’Italia giochi un ruolo, aiutando a realizzare le promesse di pace con l’Etiopia e ad avviare un percorso di sviluppo economico”: Pietro Zambaiti, amministratore delegato di Za.er., la prima azienda tessile industriale d’Eritrea, parla con l’agenzia ‘Dire’ della missione del primo ministro Giuseppe Conte nel Corno d’Africa.

Ad Asmara il capo di governo arriverà in settimana da Addis Abeba, percorrendo una tratta che per almeno 20 anni è stata interdetta a cittadini e diplomatici. Previsti incontri con il primo ministro etiopico Abiy Ahmed e con il presidente eritreo Isaias Afewerki, firmatari dell’accordo di riconciliazione di luglio con l’impegno a rilanciare le relazioni bilaterali dopo una guerra che tra il 1998 e il 2000 provocò circa 80mila morti.

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“L’Eritrea è divenuta indipendente soltanto nel 1993 e poi ha vissuto in una condizione di ‘no peace no war‘ e di embargo”, la premessa di Zambaiti. Fu suo padre, nel 2004, a rilevare per la cifra simbolica di un dollaro gli stabili del Cotonificio Barattolo, storico ma anche ormai al collasso: “I macchinari erano inservibili e l’azienda necessitava di ingenti investimenti in macchinari e know-how” ricorda l’imprenditore.


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Oggi la Za.Er. produce circa mille camicie al giorno indirizzate al mercato italiano ed europeo, oltre ad abbigliamento da lavoro per il mercato locale ed africano. Un’azienda modello anche da un punto di vista sociale, che ha operato in un contesto difficile, sottolinea Zambaiti. Convinto che oggi l’Italia debba anzitutto “lavorare a consolidare l’accordo di pace con l’Etiopia, promuovendo l’avvio di nuove attività economiche e contribuendo a creare le condizioni necessarie ad attirare gli investimenti”.

L’assunto è che, al di là del colonialismo, il nostro Paese abbia lasciato un’eredità positiva. “Gli italiani crearono aziende di eccellenza ed insegnarono una professione, fino alla nazionalizzazione da parte del governo etiopico negli anni ’70” dice Zambaiti. “Oggi potrebbero aiutare l’Eritrea nel comparto del manifatturiero, dell’agro-business e del turismo, con la bellezza delle coste, la regione della Dancalia e la stessa Asmara, proclamata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità per i suoi edifici modernisti”.

E la pace con Addis Abeba, potrà garantire benefici anche sul piano economico? “L’Etiopia è un Paese di oltre cento milioni di abitanti, con un proprio sviluppo industriale ma senza uno sbocco al mare” risponde Zambaiti: “L’Eritrea, che di abitanti ne ha appena cinque milioni, potrebbe metterglielo a disposizione contribuendo ad attirare nuovi investimenti anche grazie a un mercato di sbocco interessante ed in crescita”. Prospettive, queste, delle quali Ahmed e Afewerki hanno discusso ad Asmara ancora poche settimane fa. “Il vertice e’ stato anche l’occasione per una visita agli stand di Za.er.”, ricorda Zambaiti. “Ahmed ha indossato la maglietta della nostra campagna Peace Butterfly e poi, l’11 settembre, durante il suo discorso per il capodanno etiopico, l’ha anche mostrata in diretta tv”.

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