Getting your Trinity Audio player ready...
|
ROMA – C’è un Italia in abbandono e l’app la Lista Rossa di Italia Nostra la fotografa e la censisce grazie al contributo di cittadini ed associazioni. Uno strumento moderno scaricabile sul proprio telefonino con la quale segnalare chiese, monumenti, borghi, castelli e palazzi in abbandono. Dati utili sono lo stato di conservazioni, sintetiche note storiche e le immagini. In pochi secondi così ognuno può contribuire a salvare un pezzo d’Italia. La segnalazione una volta premuto “invia” arriva direttamente via email ad Italia Nostra e verrà poi valutata ed approfondita. Nasce così La Lista Rossa ovvero un elenco dei beni di pregio da tutelare. Un elenco lungo stilato a livello nazionale. Nel Lazio figurano nella Lista Rossa il sistema fortificato medievale di Atina, in provincia di Frosinone, la cosiddetta “l’ex convento francescano di Velletri conosciuto come la “Casermaccia”, l’Accademia della Scherma del Foro Italico a Roma e molti altri siti di interesse storico artistico. L’applicazione è stata lanciata da Italia Nostra nel 2010, dopo il crollo della Domus dei Gladiatori di Pompei. Oggi il tema del monitoraggio dei beni culturali in pericolo torna alla ribalta dopo un nuovo crollo, quello del tetto della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami a Roma. I beni segnalati nella Lista Rossa nel territorio del Lazio
Ex convento di Sant’Agostino e Palazzo Vescovile a Tuscania
Complesso di origine medievale che ha conosciuto una serie di interventi interessanti nella seconda metà del Quattrocento e sullo scorcio del Seicento. Fu convento agostiniano, quindi seminario diocesano, poi scuola, poi ricetto di rifugiati durante le Guerre Mondiali. Al suo interno venne ospitata la prima biblioteca pubblica della città. Oggi si trova in stato di abbandono.
Chiesa di Santa Orsola a Viterbo
La costruzione della chiesa risale al XII secolo.
Ex ospedale di San Giovanni Decollato – Andosilla di Civita Castellana (Viterbo):
Adibita a Scuola Media Statale, già antico Ospedale S. Giovanni Decollato-Andosilla del XVI secolo, la struttura è stata abbandonata nel 2000 ed è di proprietà della Regione Lazio. Da quanto si si osserva ad oggi dall’esterno si rilevano (presenza di piante infestanti su vari punti, deformazioni di travi, etc.) alcuni elementi che comprometterebbero la sicurezza e la conservazione del fabbricato e la pubblica incolumità.
Orfanotrofio Stefani-Lepori (già palazzo Soderini) a Civita Castellana
Proprietà della Diocesi di Civita Castellana è un bel palazzo del XVIII secolo, con graziosi stucchi, archi rampanti e campanile a vela.
Chiesa di Santa Croce – Nepi
Chiesa dedicata alla Santa Croce risalente al VIII-IX secolo posta sulla Piazza dello Spedale. Nonostante il suo indubbio valore storico-artistico la chiesa è abbandonata. Occorrono opere di consolidamento, rifacimento tetto, recupero e restauro di tutti gli elementi architettonici e storico-artistici
Convento di Sant’Agostino – Gallese
Complesso monumentale posto nel centro storico di Gallese con un bel giardino e affaccio panoramico risalente al IX – X secolo. Attualmente è utilizzato solo il piano terra come Centro Sociale Anziani. Occorrono opere di recupero e restauro di tutte le parti esterne ed interne, compresi i dipinti murali, per renderlo fruibile ai cittadini.
Palazzo Chigi – Albani a Soriano nel Cimino
Il Palazzo Chigi-Albani e l’adiacente Fonte Papacqua costituiscono un bel complesso architettonico di età rinascimentale caduto nell’abbandono, visitabile solo in particolari occasioni. Proprietà: parte della Provincia di Viterbo e parte del Comune di Soriano nel Cimino (Viterbo).
Passo fortificato di Cancello ad Atina (Frosinone):
Sistema di fortificazione medievale, attualmente di proprietà privata, costituito da una porta medievale, costruita riutilizzando pietre di epoca romana e da un circuito di mura con due torri ancora in piedi. L’intero bene si presenta in grave stato di abbandono. E’ un Importante baluardo difensivo la cui distruzione è avvenuta nel 1195 ad opera dell’abate cassinese Roffredo.
Borgo di Fogliano (Latina)
“Luogo di delizie” per la famiglia Caetani si trasforma in borgo rurale per l’allevamento di bestiame e la pesca. Inserito nel Parco Nazionale del Circeo è attualmente sede dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità, del Corpo Forestale dello Stato. Oggi molte strutture risultano in abbandono. La Villa ed il Giardino sono in degrado totale, il Casino Inglese è inutilizzato, dopo un restauro iniziato nel 2003 (mai terminato).
Ex convento francescano detto “La Casermaccia” a Velletri
Convento medievale francescano. Dopo l’unità d’Italia diventato Caserma “G. Garibaldi”, Oggi è conosciuto come “Casermaccia”). Appartiene al Demanio pubblico.
Collegio del Sacro Cuore di Gesù a Ciampino
Convento di suore con annesso collegio femminile. In stato di abbandono dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (bombardamento degli Alleati con parziale distruzione degli edifici) in attesa di operazioni di riutilizzo secondo i parametri del piano regolatore del 2001.
Casale della Cervelletta (Roma)
Sistema fortificato e centro di una vasta tenuta agricola ed ancora a dimora signorile, attualmente chiuso e in stato di abbandono. Acquisito al patrimonio pubblico il 17/12/2001 (Verbale di immissione in possesso prot. del Comune di Roma n.11498) tramite compensazione urbanistica. Bene vincolato ai sensi della L.1089/1939 art. 1, 21 del 1997-05-03.
Chiesa Santo Stefano Rotondo a Roma
Eretta basilica minore ed è la chiesa nazionale di Ungheria. La basilica ha subìto negli ultimi anni alterne vicende, rimanendo spesso chiusa al pubblico causa restauri, mentre il mitreo non è aperto al pubblico. Appartiene al Pontificio collegio germanico-ungarico in Roma.
Palazzo Silvestri Rivaldi a Roma:
Costruito nella prima metà del ‘500 su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, il palazzo nasce come residenza di Eurialo Silvestri, maestro di camera di Papa Paolo III . Nei suoi cinque secoli di storia, Palazzo Silvestri Rivaldi è stato testimone d’eccezione di epoche irripetibili: dagli intrighi della corte di Papa Paolo III Farnese alla generazione dei musicisti indipendenti degli anni ’70. Il palazzo e il giardino circostante sono abbandonati al degrado da quasi trent’anni. L’isolato compreso tra via del Tempio della Pace e via del Colosseo è occupato da ponteggi e tubi innocenti che sostengono l’edificio e proteggono i pedoni dalla caduta degli intonaci. Gli infissi sono ormai divelti e le intemperie stanno divorando gli affreschi interni e i legni pregiati dei soffitti. La proprietà del complesso è l’Ipab Santa Maria in Acquiro, che non è riuscito a restaurare il palazzo nonostante diverse volte i suoi amministratori avessero annunciato una soluzione imminente. L’ISMA (Ipab Santa Maria in Aquiro) è oggi partecipato da Comune, Provincia e Regione.
Palazzo dei Massimi a Roma
L’l’intero complesso include – Casa Massimo, palazzo Massimo di Pirro, palazzo Massimo alle Colonne e Palazzo Massimo Istoriato con facciata dipinto. Attualmente è casa religiosa degli Scolopi, Casa Generalizia ed il Collegio Calasanziano.
Le scuderie di Villa Ada Savoia a Roma
Complesso immobiliare composto da tre corpi di fabbrica per un totale di circa 2.500 metri quadrati opera dell’architetto Gennaro Petagna. Epoca di costruzione: 1872/78. Comprende scuderie, rimessa delle carrozze reali, con uffici al piano superiore, edifici di riparazione delle carrozze (edificio “trenieri”). Attualmente in fase di abbandono.
Accademia della Scherma al Foro Italico
Casa delle Armi o Accademia della Scherma riadattata ad aula bunker del Tribunale di Roma nel 1981 è oggi ritornata all’uso originario. E’ ora di proprietà del CONI. Dopo essere stata trasformata in aula giudiziaria con gravi manomissioni interne, è stata oggi assegnata ad una associazione sportiva. Ristrutturato l’interno, l’esterno ha un estremo bisogno di essere restaurato, soprattutto è urgente il consolidamento delle grandi lastre di marmo di tutto il perimetro dell’edificio. Anche il grande mosaico parietale comincia ad accusare cedimenti.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it