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In Emilia-Romagna disfatta su fusioni Comuni, M5s-Lega esultano

Ieri in Emilia-Romagna i cittadini si sono espressi sulla possibile unioni di 14 comuni

Pubblicato:08-10-2018 10:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:39
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BOLOGNA – Fusioni dei Comuni in gran parte bocciate in Emilia-Romagna, con Movimento 5 stelle e centrodestra che ora sperano in vista delle amministrative 2019 e soprattutto delle regionali del prossimo autunno. Si è chiusa in una débacle per i ‘fusionisti’ la domenica di elezioni in 14 municipi della regione: gli elettori hanno respinto al mittente quattro fusioni delle sette proposte dalla Regione e dai gruppi dirigenti locali.

I ‘no’

I ‘no’ hanno trionfato a Bologna, dove sono state bocciate le fusioni di Granarolo-Castenaso e Baricella-Malalbergo. Trionfa il ‘no’ anche a Modena, dove naufraga la fusione di Lama Mocogno e Montecreto. Stop, infine, nel parmense, dove i cittadini si sono espressi contro il Comune unico a Colorno e Torrile.

I ‘sì’

Passa invece sempre a Parma l’unificazione di Sorbolo e Mezzani così come a Ferrara passano le fusioni di Berra e Ro e Formignana e Tresigallo.


“Vento di protesta che parte dai cittadini”

Per la Lega è “finita la stagione dei matrimoni d’interesse”. Ieri, afferma il parlamentare bolognese del Carroccio Carlo Piastra, “è spirato un vento forte di protesta da parte dei cittadini, che si sono espressi chiaramente (con percentuali tra il 65% e il 75%) contro questa volontà politica del Pd di arrivare ovunque a fusioni. Una stagione che è finita, nel momento stesso in cui i cittadini hanno capito l’inganno“. Per anni, sottolinea Piastra, il “Pd locale e la Regione hanno cercato questa strada, promettendo contributi a pioggia, per tappare le falle di cattive amministrazioni comunali. Invece di perseguire strade virtuose di crescita, si è cercato di risanare i conti in modo artificiale, accorpando servizi, spogliando i nostri centri della propria identità”.

“Fusioni raffazzonate, infatti nessuno ci ha messo la faccia”

Di una “sonora cantonata” per il Pd parla la capogruppo dei 5 stelle in Regione Silvia Piccinini. “Noi in aula avevamo proposto di non proseguire su questi percorsi nati già male, ma loro hanno voluto continuare a tutti i costi”, dice a proposito in particolare delle fusioni a Bologna. “Rilevo anche che nessun esponente regionale di maggioranza durante la campagna referendaria ha avuto il coraggio di metterci la faccia, tanto erano raffazzonati, malgestiti e forzati i due processi di fusione“.

“Una grande lezione per il Pd”

Ora i 5 stelle voteranno contro in assemblea ai percorsi bocciati. Per il parlamentare M5s Davide Zanichelli è una “grande lezione per il Pd data dai cittadini“. Le fusioni, dice, “sono operazioni delicate che impattano sulla vita dei cittadini e necessitano di percorsi di partecipazione e periodi di condivisione tra le persone che vivono i servizi comunali”. Il deputato Fi Galeazzo Bignami parla dell’”ennesima sconfitta del Pd. Quando capiranno che la gente non ne può più della prepotenza ed arroganza del partitone? Ormai sono scollegati dalla realtà“. Invece, scrive su Facebook, “semplicemente bravissimi i tantissimi cittadini mobilitati in queste settimane per evitare che le proprie comunità venissero sciolte in esperimenti amministrativo inaccettabili dettati più da interessi sinistri che di popolo”.

Ammette le proprie responsabilità invece il sindaco ex Pd di Castenaso Stefano Sermenghi, grande sostenitore della fusione con Granarolo. “Ritengo- scrive- di non essere stato capace di spiegare lo stato di emergenza in cui versano gli enti locali e mi assumo completamente la responsabilità di averci provato e lo rifarei comunque per il senso del dovere che ha sempre contraddistinto il mio operato”.

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