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ROMA – Chiamata in parlamento per il neo ministro alla Cultura Alessandro Giuli: “Dovrà anche chiarire il contenuto di alcuni decreti firmati in fretta e furia dal suo predecessore poco prima di rassegnare le dimissioni da ministro”, scrivono in una notai componenti democratici della Commissione e Cultura della Camera. Mentre dal Movimento 5 Stelle è il deputato Antonio Caso a definire “alquanto singolare” la “pioggia di nomine che il ministro Sangiuliano ha fatto prima di uscire di scena” e ad auspicare che “il neo arrivato Giuli sappia dare le dovute spiegazioni”. Lo stesso deputato chiarisce che “da quanto riportato da diversi giornali oggi, si apprende che Sangiuliano prima di lasciare abbia reso ufficiale la nomina di diversi consulenti, 18 in totale, etichettati come amici, parenti di e conoscenti”.
A muovere Pd e M5s sono le rivelazioni diffuse da alcune testate giornalistiche relative all’ultimo atto che avrebbe compiuto Gennaro Sangiuliano prima delle dimissioni dal ruolo di ministro della Cultura, dimissioni rese a seguito del “caso Boccia”. Si tratterebbe della nomina della commissione deputata a gestire circa 50 milioni di euro destinati ai progetti cinematografici che oltretutto, per la prima volta, saranno remunerati con 15 mila euro ciascuno. Secondo quanto riferito da “fonti interne” i nomi sarebbero stati scelti da Sangiuliano in quanto rispondenti a un mix di “competenza, amicizia e affiliazioni politiche”. Tra i nomi diffusi come “da indiscrezione” dai quotidiani “Repubblica” e “La Stampa” figurano critici quali Paolo Mereghetti e Valerio Caprara, il giornalista Francesco Specchia, lo scrittore Luigi Mascheroni e anche l’intellettuale Stefano Zecchi.
Non sarebbe però chiaro, come denuncia l’opposizione, se l’iter di nomina sia stato formalmente corretto, se ci sia la firma definitiva sul decreto di nomina o sia ancora “in fase di controllo”, e su questo si chiede quindi conto al neo ministro Alessandro Giuli.
Non rientrerebbe nei nominati in questa ultima manovra, la dirigente d’orchestra Beatrice Venezi. a il suo è un altro caso sollevato nel polverone Boccia-Sangiuliano. L’imprenditrice di Pompei, nel corso dell’intervista di venerdì scorso a “In Onda”, parlando degli incarichi “per amicizia”, ha citato proprio quello della dirigente d’orchestra quale “consulente per la musica” a 30mila euro l’anno, e anticipando la sua esibizione al G7 della Cultura “con cachet”, ipotizzando in questo modo un possibile conflitto di interesse.
Oggi la stessa direttrice d’orchestra fa sapere di aver dato incarico ai propri legali “per valutare ogni azione a tutela della mia reputazione professionale in ordine alla diffusione di informazioni strumentali e non corrispondenti al vero”.
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