Dalla nostra inviata Lucrezia Leombruni
LIDO DI VENEZIA – Paolo Virzì, insieme al numerosissimo cast, oggi alla 79esima Mostra del Cinema per la premiere di ‘Siccità’, ‘fuori concorso’ alla kermesse e dal 29 settembre in sala. “Ho fatto questo film per il grande schermo e per le sale che, spero, torneranno ad essere piene di spettatori”, ha detto Virzì. E Valerio Mastandrea, nel cast del film, ha aggiunto, ironizzando: “Io non credo che le persone non vogliano andare al cinema, semplicemente dovrebbero trovarli aperti”.
Questa storia è ambientata a Roma. Nella Capitale non piove da tre anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini. Nella città che muore di sete e di divieti si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori. Le loro esistenze sono legate in un unico disegno, mentre cercano ognuno la propria redenzione.
Durante la pandemia “tutti eravamo chiusi a casa- ha spiegato Virzì- Eravamo connessi l’un l’altro solo attraverso gli schermi. Quindi ci è venuto spontaneo pensare ‘quale sarà la nostra vita dopo?’. Ci siamo interrogati su questo e l’ho potuto fare solo grazie a un film corale”. Nel cast figurano, oltre Mastandrea, Silvio Orlando, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi e Sara Serraiocco. Tra di loro c’è chi interpreta un uomo uscito dal carcere che si ritrova in un mondo che non è più quello lasciato oltre 20 anni fa (Orlando), chi un tempo era autista di personaggi illustri e ora si ritrova ad addormentarsi in mezzo al traffico di Roma (Mastandrea), chi da celebre attore si ritrova a fare dirette social (Ragno), chi salva vite in ospedale trascurando la sua felicità (Pandolfi), chi cerca un amore sincero dagli altri (Fanelli) e chi tenta disperatamente di ritrovare il passato nel presente. In questo momento di instabilità, ha concluso il regista, “ho chiesto a questo numeroso cast di mettere in scena la loro ironia per abbattere lo sconforto. Tra i personaggi vediamo innocenti, colpevoli, mitomani, rabbiosi, aridi, vanitosi e afflitti che animano una Roma, un tempo gloriosa, e ora verso lo sgretolamento con la siccità (ma anche un virus e le blatte, ndr). Con le difficoltà le distanze sociali si accentuano, alimentando conflitti, rabbia e autodistruzione. E, quindi, ci siamo chiesti ‘ci sarà una salvezza?’. Sì, ma solo se ci riconnettiamo. Qui raccontiamo una storia catastrofica ma la speranza non manca“.
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