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Equo compenso su un ‘binario morto’, scambio di accuse tra FdI e Pd

La legge sull'equo compenso dei professionisti non raggiunge 'l'ultimo miglio'. Il testo, già approvato alla Camera, non trova spazio nel calendario del Senato. A poche settimane dal voto pare improbabile un'approvazione definitiva. Fdi: "Colpa di m5s e sinistra"; il Pd replica: "Un muro di gomma"

Pubblicato:08-09-2022 19:46
Ultimo aggiornamento:08-09-2022 19:46

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ROMA – Nel dibattito politico si innesca una nuova polemica. Ad accendere lo scontro un disegno di legge sull’equo compenso per le prestazioni dei liberi professionisti che porta la firma di Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia accusa i partiti di maggioranza di non aver voluto approvare la norma a causa delle beghe elettorali. Il testo è stato licenziato da Montecitorio, ma manca l’ultimo passaggio a Palazzo Madama. Il centrodestra promette che sarà tra le “priorità” nella prossima legislatura.

FDI: PROFESSIONISTI “FIGLI DI UN DIO MINORE”

Il capogruppo Fdi alla Camera, Francesco Lollobrigida, accusa: “I professionisti italiani hanno la prova provata, la sinistra preferisce far saltare tutto, piuttosto che difendere il diritto costituzionalmente garantito del compenso equo e giustamente remunerato. È evidente oramai l’approccio ideologico della sinistra che da sempre considera i professionisti come figli di un dio minore, dei privilegiati da trattare come nemici e mai come risorse da valorizzare. Il Pd ha dunque gettato la maschera e dimostrato con i fatti, affossando l’iter della legge a prima firma Giorgia Meloni già approvata alla unanimità alla Camera, impedendone l’arrivo in Aula per l’ultimo voto, da che parte sta: quella dei poteri forti e dei committenti forti”. Il capogruppo a Palazzo Madama, Luca Ciriani, si dice “stupito e amareggiato” per la mancata calendarizzazione in Aula: “I continui rinvii, i litigi e le convenienze da campagna elettorale all’interno della maggioranza – sottolinea – hanno definitivamente affossato la proposta di legge sull’equo compenso. Ci siamo battuti fino all’ultimo ma dobbiamo prendere atto che a questa maggioranza interessa molto poco del futuro dei professionisti italiani”.

MELONI: IL DDL TRA PRIORITÀ PROSSIMA LEGISLATURA

Giorgia Meloni sottolinea che “Fratelli d’Italia difende da sempre il modello italiano delle libere professioni e considera questa categoria un valore aggiunto per il tessuto economico, produttivo e sociale italiano. Per questo – spiega – ci siamo battuti in questa legislatura per riconoscere ai professionisti le tutele che chiedevano da tempo, a partire dal riconoscimento del diritto costituzionalmente sancito alla salute in caso di malattia e infortunio: un risultato storico e di cui andiamo orgogliosi. Allo stesso tempo – aggiunge la presidente FdI – abbiamo condotto la battaglia per difendere il diritto del professionista ad ottenere un giusto ed equo compenso per il lavoro prestato. Pd, M5S e la sinistra hanno deciso, però, di affossare in Senato la proposta di legge di FdI già approvata alla Camera e di impedirne l’arrivo in Aula. Una scelta molto grave che mortifica i liberi professionisti. Valorizzare e tutelare le categorie libero-professionali come capitale intellettuale è una priorità del nostro programma e l’equo compenso sarà tra le priorità che porteremo avanti nella prossima legislatura, con ancor più forza e determinazione”.


IL DIPARTIMENTO PROFESSIONI FDI: FAREMO UNA RIFORMA ORGANICA

Marta Schifone, responsabile del Dipartimento Professioni del partito, osserva: “Con amarezza dobbiamo ammettere che la sinistra ha portato il provvedimento in Senato su un binario morto. Proprio quando mancava pochissimo per approvare una legge di civiltà e buonsenso. Troppo spesso, infatti, pur di lavorare i professionisti hanno dovuto accettare contrattazioni al ribasso, fino allo scandalo dei compensi minimi quasi simbolici o del titolo gratuito. E questo perchè in molte occasioni hanno prevalso logiche di mercatismo spinto, che hanno rasentato la slealtà indulgendo verso un meccanismo economico finanziario che ci ha sempre fatto orrore: quello della cannibalizzazione del mercato del lavoro da parte dei poteri forti. Contro questa logica dall’opposizione abbiamo lavorato senza sosta per annullare questi meccanismi. Ora a poche settimane dal voto rinnoviamo il nostro impegno, ed una volta al governo siamo pronti a portare a termine una riforma organica e complessiva che i professionisti italiani attendono da tanto, troppo tempo”.

LA REPLICA DEL PD: ABBIAMO CERCATO DI MIGLIORARE LA LEGGE

La vicepresidente del Senato e responsabile giustizia e diritti del Pd, Anna Rossomando, rimanda le accuse ai mittenti. “Abbiamo cercato di migliorare il testo – dice – correggendo alcune criticità emerse, mentre la destra si è opposta. Nonostante questo lo abbiamo comunque votato alla Camera e successivamente in commissione al Senato. Il nostro impegno è estendere e rafforzare l’equo compenso, tanto che si tratta di un punto specifico del programma del Pd”. La collega Chiara Gribaudo aggiunge: “La legge sull’equo compenso è stata affossata dalla destra quando, ignorando le richieste degli stessi professionisti, ha preferito portare avanti per ragioni esclusivamente elettorali un testo che non avrebbe assicurato alcun compenso equo ai professionisti. La prova provata del bluff della destra – prosegue la deputata dem – sta proprio nel testo della legge, che invece di punire i committenti forti inadempienti sanziona i professionisti sottopagati. Quale tutela può venire al professionista da una norma che lo sanziona nello stesso momento in cui si rivolge a un giudice per vedersi riconoscere un compenso in linea con la prestazione svolta? Un rovesciamento delle responsabilità che la dice lunga sulle reali intenzioni della destra, che tra professionisti e grandi committenti ancora una volta sceglie questi ultimi”.

L’APPELLO FI: CENTROSINISTRA APPROVI IL DDL CON NOI

Dal responsabile professioni di Forza Italia Andrea Mandelli l’appello in extremis. “La fine della legislatura – osserva – non può esimerci dall’assolvere fino in fondo il nostro dovere per rispondere alle richieste dei cittadini e sanare le situazioni di criticità. Per questo, mi auguro che il centrosinistra decida di condividere con noi la volontà di approvare in via definitiva le norme che introducono l’equo compenso per i professionisti: è un obiettivo ancora possibile. Il grande mondo delle professioni vive anni difficili, in cui alle difficoltà legate al Covid si sono aggiunte le gravi ripercussioni della crisi energetica. Siamo chiamati a dare a questi lavoratori il giusto sostegno, attraverso il riconoscimento di un principio doveroso: il loro lavoro va pagato, sempre e in modo equo. Se la sinistra non dovesse consentire di raggiungere questo traguardo, saremo noi a farlo presto, appena tornati al governo“.

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