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Marco Vannini, riprende appello bis: in aula la fidanzata di Federico Ciontoli

Il nuovo processo prevede l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale La sentenza arriverà probabilmente già il 23 settembre

Pubblicato:08-09-2020 17:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:51

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ROMA – Riprenderà domani mattina con la testimonianza di Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli e testimone oculare dell’omicidio, il processo di appello bis per la morte di Marco Vannini, il 20enne di Cerveteri ucciso da un proiettile il 18 maggio del 2015 nella villetta della famiglia Ciontoli a Ladispoli.

Il procedimento nei confronti di Antonio Ciontoli, ex militare distaccato ai servizi, della moglie Maria Pizzillo, e dei figli Federico e Martina, arriverà a sentenza probabilmente già il 23 settembre.

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L’appello bis si sta svolgendo a seguito della decisione della Cassazione che il 7 febbraio scorso ha accolto la richiesta delle parti civili e del sostituto procuratore disponendo un nuovo processo per il riconoscimento dell’omicidio volontario con dolo eventuale. In sostanza, la morte di Marco, come sostenuto dalle consulenze mediche, si sarebbe potuta evitare se i soccorsi fossero intervenuti tempestivamente. Ad uccidere il 20enne non sarebbe stato, quindi, il solo colpo di pistola esploso in bagno “per errore” da Antonio Ciontoli, ma anche i ritardi nei soccorsi, dovuti a loro volta secondo la Cassazione da una serie di depistaggi e errori che costarono a Marco Vannini oltre tre ore di tremenda agonia.

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A gennaio del 2019 il primo processo d’Appello aveva stabilito la riduzione da 14 a 5 anni di reclusione per l’ex militare, derubricando l’accusa da omicidio volontario a colposo. Per gli altri tre imputati, i due figli e la moglie, le condanne erano state fissate a tre anni. Con l’annullamento di questa sentenza emessa a febbraio dalla Cassazione ora dovrà essere rivista la posizione di tutti e quattro. A parlare in aula domani sarà Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli, accusata inizialmente di omissione di soccorso, assolta in primo grado e presente quella sera di maggio del 2015 quando Marco venne ucciso.

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