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VIDEO | FOTO | Call veloce prof, ma solo 120 assunti su 4.600 posti in Emilia-Romagna

Presidio degli insegnanti precari a Bologna davanti all'Ufficio scolastico regionale: "Con la call veloce coperte pochissime posizioni a fronte delle migliaia richieste"

Pubblicato:08-09-2020 15:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:51
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BOLOGNA – A pochi giorni dalla riapertura delle scuole, anche in Emilia-Romagna si fanno i conti con le problematiche emerse dalla cosiddetta ‘call veloce’ predisposta dal ministero dell’Istruzione per sopperire alle migliaia di cattedre vuote in regione. I numeri non paiono incoraggianti: il Coordinamento precari scuola di Bologna e Modena parla infatti di 120 posti coperti a fronte dei “4.600 destinati alle assunzioni della call” per l’Emilia-Romagna.

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Questa mattina lo stesso coordinamento ha promosso un presidio davanti all’Ufficio scolastico regionale in via de’ Castagnoli a Bologna, insieme a Usb e Noi restiamo, per chiedere un incontro con il dirigente regionale e fare luce sulle criticità delle graduatorie. Vista la decisione del ministero dell’Istruzione di quest’anno di “cambiare i criteri di assegnazione dei punteggi, e quindi della carriera dei docenti”, i manifestanti chiedono tempo “per raccogliere i reclami e valutare eventuali correzioni alle graduatorie“, operazione che non è stata ancora fatta a monte, e per la quale “non è stato dato tempo disponibile ai provveditorati per vagliare le domande, lasciando alle scuole il controllo finale”.

Questo “rischia di falsare le graduatorie e far sì che ci siano docenti che prendono un incarico senza averne il diritto– attacca Marco Montanarella, delegato di Usb scuola- senza una decisione che investa strutturalmente il problema della scuola si verificheranno sempre queste cose. Noi diciamo da sempre che i precari storici devono essere assunti con un concorso per titoli e servizi. In questo momento di crisi sanitaria era l’unico modo per assicurare l’avvio dell’anno scolastico senza problemi”.



















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Oltre a questo rischio, però, c’è anche la questione dei numeri. Pochissime posizioni coperte a fronte delle migliaia richieste. Il Coordinamento precari ha visionato i dati dell’Emilia-Romagna relativi alla call veloce, che “rappresenta quella che è un po’ la situazione paradossale che si rileva a livello nazionale: non c’è personale da assumere nei luoghi in cui serve e non c’è soprattutto su quelle classi di concorso su cui c’è una maggiore necessità di organico– spiega Viola Tanganelli, insegnante nelle scuole secondarie di primo e secondo grado e attivista del Coordinamento- a fronte di circa 4.600 posti destinati alle assunzioni per Call veloce su tutta la regione ne sono stati coperti soltanto circa 120″ e le classi che hanno ottenuto più ‘rinforzi’ viaggiano su numeri piccoli: tre persone assunte su tre a scienze degli alimenti, 18 su 24 a scienze delle costruzioni, “classi di concorso su cui si richiede una professionalità molto specifica ma in cui la richiesta di posti è relativamente piccola”.

Per quanto riguarda le classi di concorso “in cui c’è più bisogno, a partire appunto dal sostegno ai minori con disabilità, abbiamo numeri sconfortanti: 533 posti disponibili a fronte di sole 11 assunzioni tramite la call veloce per le scuole superiori e 619 per le scuole medie che sono andati completamente deserti”. Anche classi di concorso molto richieste come matematica nella secondaria di primo e secondo grado e italiano hanno numeri che viaggiano sull’ordine di “qualche centinaia per la scuola superiore e circa 500 per la scuola secondaria di primo grado: nessuna assunzione”.

I motivi di questa scarsa o nulla partecipazione non risiedono però nella carenza di docenti disponibili, quanto piuttosto nei criteri di graduatoria disposti dal ministero dell’Istruzione, che ad esempio attribuisce più punti a chi ha lavorato nella ricerca rispetto a chi ha già avuto un’esperienza di insegnamento nelle scuole. Insomma, “i docenti ci sono, ma non sono assumibili– conferma Tanganelli- docenti come noi che vanno a coprire questi posti, precari con servizio, che però -essendo non abilitati- non vengono assunti, e non si vogliono neanche abilitare”.

Altra cosa da tenere in considerazione, “le condizioni estremamente punitive per gli insegnanti neoassunti che prevedono il fatto che quando si viene assegnati a una sede non sia possibile chiedere né il trasferimento né l’assegnazione provvisoria per cinque anni, una norma che va in contraddizione con la logica di una call veloce che dovrebbe permettere l’ingresso a chi sta in territori svantaggiati con un’immissione in ruolo in un’altra regione”. Così “si ritorna al paradosso, per cui a fronte di una sempre maggiore richiesta di insegnanti c’è un sempre maggiore dilagare di incarichi a tempo determinato. E’ la situazione che affrontiamo anche in questo anno così delicato e difficile per la ripartenza”.

In questo modo però, “si crea un circolo vizioso per cui laddove c’è bisogno di personale si ricorre a personale non abilitato e non assumibile, allargando sempre di più la platea di insegnanti che accumulano servizio senza la prospettiva della stabilizzazione, e intanto non si riesce ad andare a coprire quei posti che sarebbero finanziati per le assunzioni”.

Come si risolve il problema? Riaprendo “le graduatorie a esaurimento, consentendo l’inserimento al personale con servizio e rendendo possibile l’assunzione attraverso un percorso formativo di un anno”. La protesta dei docenti e dei precari proseguirà nelle assemblee convocate il 10 settembre al parco della Montagnola (Coordinamento precari scuola Bologna e Modena) e il 14 settembre al parco della Zucca (Usb e Noi restiamo), in vista dello sciopero nazionale del settore del 24-25 settembre.

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