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Coronavirus, Solinas: “Contagi in Sardegna? Colpa del governo”

L'analisi di Solinas: "In Sardegna il virus circolava pochissimo. E il governo ha bocciato il mio progetto per garantire ferie sicure a tutti"

Pubblicato:08-09-2020 13:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:50
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CAGLIARI – “La storia è semplice: in Sardegna il virus circolava pochissimo. Il governo ha bocciato il mio progetto per garantire ferie sicure a tutti e così i turisti hanno di fatto portato il covid sull’isola, senza che nessuno li controllasse in partenza: si sono per lo più contagiati tra loro, e ora vengono rilevati al rientro a casa”. Così il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, in una lunga intervista rilasciata al direttore di Libero, Pietro Senaldi, per fare il punto sul picco di contagi registrato nell’isola ad agosto.

“Questo non significa assolutamente che esista un caso Sardegna, come qualcuno vorrebbe- le parole del governatore- testimonia solo ancor di più l‘errore clamoroso del governo nel non aver accettato il nostro modello di passaporto sanitario, che si innestava peraltro nel solco di una tendenza internazionale, a partire dalla Corea del Sud fino alle isole Canarie. Evidentemente però c’è chi preferisce esistere per contrasto…”.

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Lo stop da Roma al passaporto sanitario, per Solinas ha esclusivamente ragioni politiche: “Perché bocciarono la mia idea? La propaganda della sinistra. Contro di me ci fu una levata di scudi ideologica. Poiché sono stato eletto anche grazie ai voti della Lega, dissero che volevo discriminare, anche se il passaporto sanitario io lo avrei chiesto a tutti, anche ai sardi di ritorno”.

Alla domanda se il governo stia “usando” la Sardegna come capro espiatorio della seconda ondata, Solinas risponde così: “Ho troppo rispetto per le istituzioni anche solo per pensare che queste si possano utilizzare in maniera così strumentale. Ma non mi sfugge che tra tre settimane si vota e spostare l’attenzione da alcune altre regioni ‘amiche’, screditando un’amministrazione di centrodestra, possa pure far comodo a M5s e Pd. Perché attaccano la Sardegna e non si parla della Riviera Romagnola o della Toscana, zone altrettanto turistiche e con più contagi di noi? Forse perché se si desse lo stesso risalto ai dati fiorentini la sinistra perderebbe anche nella sua roccaforte? Pur di darci addosso, strumentalizzano anche i dati”.

Il governatore rincara poi la dose: “Poiché il mio modello funzionava per le isole ma era di più complicata attuazione sul continente, il governo si sentì minacciato. C’è una recrudescenza statalista, non viene tollerato che a territori diversi si applichino politiche diverse. I giallorossi hanno la sindrome del controllo totale: vogliono decidere solo loro e si premurano di vanificare le proposte che possono evidenziare l’efficienza delle regioni, soprattutto se di diverso colore politico”. Quindi il governatore tiene a sottolineare che “noi siamo una Regione a Statuto speciale e non abbiamo mai avuto tante impugnazioni a leggi fatte nelle materie di nostra esclusiva competenza come da quando c’è la maggioranza giallorossa. Dalle regole urbanistiche alle norme sull’organizzazione degli uffici regionali, nessun esecutivo aveva mai sollevato tanti conflitti di competenza come il Conte 2″.

Per Solinas è una questione “di approccio culturale. Il centralismo è il baluardo di M5s e Pd, che non hanno certo la sussidiarietà, e il decentramento e l’autonomia tra i propri valori fondamentali. E forse questo è uno dei loro pochi punti di contatto”. Prosegue il governatore sardo: “A giugno in Sardegna i locali e le discoteche erano aperte, eppure il virus non circolava. Quando il governo bocciò il passaporto sanitario disse che la riapertura senza limiti era un rischio calcolato. Qualcuno ha sbagliato i calcoli e i governatori hanno pagato errori altrui. Purtroppo la Sardegna. non è un caso isolato. Fino a luglio noi abbiamo avuto 134 decessi. Un numero dolorosissimo, ma esiguo se raffrontato con il resto d’Italia”. Di fatto, conclude, “in Sardegna non c’è mai stata una circolazione virale autoctona, tutti i casi sono stati d’importazione o di ritorno. A fine febbraio chiesi la chiusura degli aeroporti ma il governo nicchiò, mi diede retta tardi. Se mi avessero ascoltato, in Sardegna la chiusura totale ce la saremmo potuta risparmiare. Avremmo potuto pure tenere aperte le scuole. Certo, questo avrebbe conflitto con i programmi centralisti dell’esecutivo”.

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