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L’allarme dei pediatri: “Le gestanti bevono birra, in Italia 25mila bambini con la Sindrome feto alcolica”

Bere alcol in gravidanza è pericolosissimo: provoca danni a livello morfologico e cognitivo. Danni cronici non curabili

Pubblicato:08-09-2020 09:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:50

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ROMA – Neanche un bicchiere di birra o un amaro possono essere tollerati in gravidanza. Molte donne, pero’, non lo sanno perche’ non hanno ben chiaro cosa sia alcolico e cosa no. E’ un problema di mancanza di consapevolezza e informazione. Prova ne e’ un’indagine condotta qualche tempo fa nei consultori del Lazio da Maria Pia Graziani, responsabile della formazione della Confederazione italiana pediatri (Cipe), che ha messo in evidenza come tante gestanti non considerino la birra un alcolico e continuino a berla anche in gravidanza. Ma questo comportamento e’ un pericolo “gravissimo per il futuro nascituro- spiegava la pediatra commentando l’indagine- poiche’ l’alcol non viene metabolizzato dall’embrione e questo gli causa dei danni al livello morfologico e cognitivo. Danni cronici non curabili”. Inoltre Graziani aveva rilevato che “tra le donne in eta’ feconda aumentano i comportamenti a rischio come il binge drinking (abbuffata alcolica). Su 67 donne in gestazione che bevono almeno una avra’ un bambino affetto da sindrome FETO alcolica (Fasd, dall’inglese Fetal Alcohol Spectrum Disorders, ndr)”.

Un problema tutt’altro che trascurabile, lo dicono i numeri. In Italia sono ben 25mila i bambini (da 0 a 16 anni) che soffrono delle conseguenze dell’esposizione all’alcol nel grembo materno. Secondo uno studio condotto dalla Regione Lazio, il nostro Paese sarebbe al secondo posto in Europa, e al quinto nel mondo, per incidenza di sindrome FETO-alcolica. In tutto il mondo ogni anno sono 120mila i neonati che sviluppano lo spettro dei disordini FETO-alcolici e 60 milioni le persone che ne sono affette. Purtroppo non si conosce la soglia di assunzione delle unita’ alcoliche oltre la quale si verifica il danno fetale, “pertanto- afferma il professore Luigi Tarani, pediatra all’Universita’ La Sapienza di Roma- il consiglio e’ di astenersi totalmente dal consumo di alcol durante la gravidanza“.

Per sensibilizzare, soprattutto le donne, su quanto possa far male bere durante i nove mesi gravidanza, nel 1999 e’ stata indetta la Giornata internazionale della sindrome feto alcolica e disturbi correlati, un appuntamento che ogni anno viene celebrato simbolicamente il nono giorno del nono mese dell’anno. I bambini affetti da questa sindrome “in epoca neonatale e nelle prime epoche di vita presentano una testa piccola (microcefalia) e piccoli segni dismorfici facciali caratteristici (fessure palpebrali brevi, filtro nasale lungo e piatto e labbro superiore sottile), sono irritabili, insonni ed hanno le comuni difficolta’ alimentari che nel tempo migliorano”, spiega la Societa’ italiana di pediatria (Sip). Inoltre i bambini con sindrome Fasd presentano ritardo nelle acquisizioni delle tappe psicomotorie e un variabile grado di disabilita’ intellettiva. Poi intorno ai 4-6 anni si possono aggiungere “il ritardo cognitivo, con difficolta’ dell’apprendimento verbale, iperattivita’, confusa spesso con l’Adhd, tremori e disturbi visuo-spaziali- spiegano i pediatri evidenziando che- in adolescenza si manifestano cali di memoria, impulsivita’ e frequenti cambiamenti del tono dell’umore, che rappresentano disabilita’ secondarie, che possono portare a difficolta’ di relazione psico-sociale”.


Importante e’ la tempestivita’ della diagnosi perche’ “le problematiche neuro-pscicologiche trovano un forte giovamento dalla diagnosi precoce- sottolinea la Sip- E’ stato osservato che il trattamento psicologico-psichiatrico e’ tanto piu’ efficace quanto piu’ e’ tempestivo”. Anche per questo “il ministero della Salute ha recentemente finanziato all’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss) un progetto biennale sulla prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello spettro FASD e della FAS”, spiega Luigi Memo, Consigliere Nazionale della Societa’ Italiana di Pediatria. Al progetto, patrocinato anche dalla Sip e dalla Societa’ Italiana di Neonatologia (Sin) e diretto da Simona Pichini del Centro Nazionale Dipendenze e Doping, parteciperanno diverse Strutture di Neonatologia e di Ostetricia in varie regioni italiane. Da qualche anno poi e’ nata l’Associazione Italiana Disordini da Esposizione Fetale ad Alcol e/o Droghe (A.I.D.E.F.A.D. – APS) per fornire informazioni sulle disabilita’ e i problemi derivanti dall’uso di bevande alcoliche durante la gravidanza, sostenere la ricerca e dare supporto a chi e’ affetto da questa condizione e non e’ diagnosticato.

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