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Omicidio Willy, il campione di Taekwondo Molfetta: “Le arti marziali non c’entrano”

"Rimango esterrefatto quando sento dichiarazioni fatte con superficialità, senza sapere di cosa stiamo parlando"

Pubblicato:08-09-2020 08:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:50
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ROMA – Dopo il delitto di Colleferro, in cui il 21enne Willy Monteiro Duarte ha perso la vita in seguito a un pestaggio, si è alzato un polverone attorno alle arti marziali miste: alcuni dei quattro accusati dell’omicidio le praticavano.

Carlo Molfetta, campione olimpico di taekwondo, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus. “Rimango esterrefatto quando sento dichiarazioni fatte con superficialità, senza sapere di cosa stiamo parlando– ha affermato Moleffa- la prima cosa che ti insegna l’arte marziale è il rispetto dell’avversario, del maestro, del compagno, di chiunque ti circonda. Tant’è vero che chi ha commesso violenze in passato, viene indirizzato verso le arti marziali proprio per canalizzare quella sfaccettatura del proprio carattere. Nel caso di Colleferro, non stiamo parlando di atleti di arti marziali, stiamo parlando di idioti, gente violenta, delinquenti che dovrebbero stare in galera e che non ha nulla a che vedere con le arti marziali. La società per la quale questi ragazzi combattono ha una grave colpa. Nella mia società non è mai successo un episodio di violenza, perché quando entri il maestro ti insegna dei valori positivi e se tu non li rispetti vieni allontanato. Bisogna prendere precauzioni e provvedimenti non solo nei confronti dei ragazzi, ma anche delle società sportive. Io sono scettico non sulle arti marziali miste, ma sugli individui che non sanno dove finisce quello che fai in Mma e dove comincia la vita. Se tu ammazzi un ragazzo a botte non stai bene, ti serve uno psichiatra. Il maestro è importantissimo nelle arti marziali, è un maestro di vita”.

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Continua Molfetta: “Lo stesso Karate Kid con cui siamo cresciuti, si vede la differenza tra due maestri, uno che insegna ad essere violento e a non rispettare le leggi, e un altro che in maniera tranquilla insegna la vera arte marziale, il vero concetto dell’arte marziale orientale. C’è stato un momento in cui ho pensato di buttarmi nell’arte marziale mista, ma non ho mai avuto quel coraggio di passare dall’arte marziale a quella gabbia dove o c’è abbandono o c’è Ko, non c’è vittoria ai punti. Ma questi sono punti di vista, gusti soggettivi, picchiare una persona al di fuori delle arti marziali e ammazzare una persona è un’altra cosa. Nel mio camp ai ragazzi trasmetto sempre i valori di correttezza e rispetto”.

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Sulla violenza tra i ragazzi. “I social hanno un po’ rovinato la cultura dei giovani, basti pensare che molti hanno come idoli gente che ha un cervello veramente piccolo. Ci sono ragazzi che hanno come idoli gente veramente stupida, quello comporta che sui social diventa famoso, la gente segue uno che fa il coatto in mezzo alla strada e prende un muro. Allora, se tanto mi dà tanto, poi ti ritrovi che a Colleferro 4 idioti ammazzano un ragazzino”.

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