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Al via a Roma il congresso mondiale ortopedici della Sicot /VIDEO

Con 3.000 sessioni e lezioni pratiche, fino al 10 settembre

Pubblicato:08-09-2016 11:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:03

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sicot02ROMA – Dalla chirurgia del piede alla traumatologia, dal rachide alle protesi ai tumori, fino all’utilizzo di nuove tecnologie per interventi di ricostruzione anche in ambito pediatrico. Si parlerà di questo e molto altro nel corso della 37esima edizione del Congresso mondiale di ortopedia organizzato dalla Sicot (Società internazionale di Chirurgia Ortopedica e Traumatologica), che prende il via oggi a Roma presso il ‘Rome Marriott Park Hotel’ (in via Colonnello Tommaso Masala, 54). L’appuntamento, in programma fino al 10 settembre, torna nella Capitale dopo 80 anni di assenza.

Soddisfatto per questo il presidente del Congresso, il professor Francesco Falez, direttore della Uoc di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Santo Spirito e responsabile del Trauma Center e dell’Ortopedia del Rome American Hospital, che così ha commentato: “Mi sono impegnato in prima persona affinché il nostro Paese tornasse ad ospitare i lavori del Congresso. Veder realizzato questo traguardo significa aver ricevuto il giusto riconoscimento al contributo che l’Italia ha dato nel tempo all’ortopedia”.

Durante la tre giorni sono in programma circa 3mila sessioni di lavoro, ma la vera novità di questa edizione riguarda i cosiddetti ‘Hands on courses’, ossia lezioni pratiche che daranno la possibilità di applicare quanto appreso nel corso delle relazioni. Ogni giorno i lavori si svolgeranno contemporaneamente nelle 13 sale coinvolte, con diversi tavoli tematici, mentre sono oltre 3mila le relazioni inviate per il Congresso, ciascuna con una specialità diversa.



Notevole anche la presenza per numero di abstract dell’Italia, con oltre 200 interventi su un totale di oltre 3mila. Dato che pone il nostro Paese al quarto posto tra i 97 che partecipano all’evento, preceduto solo da India, Regno Unito e Giappone. Ha sottolineato ancora il professor Falez: “L’Italia a tutt’oggi, insieme agli inglesi, ha dato il contributo maggiore in termini di strumenti innovativi utilizzati da noi e all’estero per la chirurgia protesica dell’anca”. Una seduta, infine, sarà dedicata ai Paesi in via di sviluppo, un’area che da sempre vede il professor Falez impegnato in prima persona come membro di Fimac onlus, specializzata in missioni umanitarie in strutture ospedaliere del Burundi.

di Carlotta Di Santo, giornalista professionista

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