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A Padova Poste imita Amazon, Cgil: “E non va bene”

Il sindacato lamenta troppi straordinari e chiede l'intervento degli ispettori del lavoro

Pubblicato:08-08-2022 17:08
Ultimo aggiornamento:08-08-2022 17:08

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VENEZIA – Secondo la Cgil del Veneto, a Padova Poste Italiane “imita il modello Amazon”, e questa non è una cosa positiva. “In questi anni Amazon è stata in grado di imporsi sul settore della consegna dei pacchi e dell’e-commerce, arrivando a coprire il 70% del mercato. Poste Italiane è stata dapprima partner del colosso americano, ma adesso è diventato sostanzialmente un appaltatore”, spiega il sindacato. Tralasciando il fatto che “la commessa è andata via via diminuendo fino a diventare residuale”, il problema è che “Poste Italiane ha subito il modello Amazon anche nei processi di lavoro, dipinti come evoluzione virtuosa, ma che stanno determinando una involuzione dei reparti produttivi: iperproduzione, straordinari oltremisura, orari e turni non concordati con chi rappresenta i lavoratori“, denuncia la Cgil.

“Abbiamo rivolto diverse segnalazioni allo Spisal e all’Ispettorato del lavoro di Padova: sulla sicurezza nel luogo di lavoro e sul mancato rispetto delle norme su turni e riposi. Abbiamo sottolineato anche casi di aggressioni verbali e fisiche, frutto di un clima teso come una corda di violino, in cui contano solo le ragioni del profitto e della produzione”, avverte Lucio Costantin, coordinatore Slc Cgil degli stabilimenti postali del Veneto.

“CI SONO TURNI PESANTISSIMI”

“Alcune soluzioni per migliorare la situazione sarebbero a portata di mano. Manca la volontà aziendale per praticarle”, aggiunge Marco D’Auria, della segreteria regionale della Slc Cgil Veneto. “Ci sono 40 addetti nello stabilimento di Padova con un part time in volontario. Se consideriamo anche gli stabilimenti di Venezia e di Verona, si superano i 50 lavoratori”, esemplifica. Intanto, “a Padova ci sono turni pesantissimi, che iniziano nel pieno della notte (dalle 2.30 alle 5.00), che spesso proseguono con lunghi straordinari per coprire le necessità. Eppure, il personale che ha maturato un’importante professionalità e altrettanta esperienza ha chiesto a più riprese la trasformazione del rapporto di lavoro in full time. L’azienda però preferisce virare sullo straordinario e sulle assunzioni a tempo determinato, aumentando così il precariato”, conclude di nuovo Costantin. Ora devono intervenire “le istituzioni e gli organi ispettivi”, con l’obiettivo di “normalizzare la situazione”, concludono i due sindacalisti che promettono battaglia anche per ottenere la stabilizzazione dei lavoratori e la loro trasformazione a tempo pieno.


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