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Arciere ‘cicciottelle’? “Umiliate dal Carlino”

Il titolo del "Carlino" sulla squadra femminile di tiro con l'arco scatena una bufera sul web e nel mondo sportivo

Pubblicato:08-08-2016 17:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:58

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titolo_carlino_cicciottelleBOLOGNA  – Il titolo del “Carlino” sulla squadra femminile di tiro con l’arco (“Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico”) scatena una bufera sul web e nel mondo sportivo.

A indignarsi per la definizione usata nei confronti delle arciere azzurre Guendalina Sartori, Lucilla Boari e Claudia Mandia, ieri quarte assolute, è la stessa federazione di tiro con l’arco.

“Questa mattina da Rio de Janeiro siamo rimasti basiti nel leggere su Il Resto del Carlino il titolo che recitava ‘Il trio delle ciocciottelle…’ – a nostro avviso a dir poco irriguardoso – rivolto alle nostre atlete”, tuona il presidente Fitarco Mario Scarzella, in una lettera aperta al direttore del quotidiano.


Sartori, Boari e Mandia “per quattro anni hanno lavorato sodo per tenere alto l’onore italiano in occasione dei Giochi Olimpici. Quella di ieri è stata per l’Italia femminile una vera impresa e ridurre il tutto con un titolo che le definisce delle semplici ‘cicciottelle’ lo consideriamo davvero di cattivo gusto”.

Inoltre, “dopo le lacrime che queste ragazze hanno versato per tutta la notte- si sfoga ancora il presidente- questa mattina, invece di trovare il sostengo della stampa italiana per un’impresa sfiorata, hanno dovuto subire anche questa umiliazione. Gli arcieri italiani sono in rivolta e noi ci sentiamo di giustificare la loro rabbia. A nostro avviso sarebbe giusto ripensare a quel titolo e, forse, rivolgere delle scuse alle nostre ragazze”.

LE SCUSE

In realtà le scuse sono arrivate, nel pomeriggio, alla luce della tempesta che si è scatenata sui social (dura la reazione anche della numero due del Pd Debora Serracchiani, mentre anche l’olimpionica di canoa ed ex ministro Josefa Idem ha evidenziato il fatto), a firma del direttore del Qs Giuseppe Tassi. “Mi scuso se quel titolo ha urtato la sensibilità di alcuni nostri lettori- ha scritto Tassi sul sito del Carlino- ma l’intento di partenza non era né derisorio né discriminante”.

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