VENEZIA. – La Provincia di Belluno continua a essere impegnata per fronteggiare l’emergenza legata alle colate detritiche che negli ultimi giorni hanno interessato la statale di Alemagna tra San Vito di Cadore e Cortina d’Ampezzo e l’area di Borca, con particolare riferimento, alla zona di Cancia. Un’ulteriore variazione di bilancio ha permesso di destinare altri 700.000 euro agli interventi urgenti, portando il totale degli stanziamenti per le somme urgenze a oltre due milioni di euro. “Le risorse provinciali stanno raggiungendo il limite– avvisa però il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin- non possiamo pensare di gestire da soli un’emergenza di questa portata. Serve l’intervento in sussidiarietà da parte di Regione, Stato e altri enti competenti. È in gioco la sicurezza di un’arteria fondamentale per l’intera montagna veneta, soprattutto in vista della stagione estiva e dei grandi eventi che ci aspettano“. Nel frattempo si lavora anche sul fronte della frana del Marcora, con le operazioni di installazione del sistema di monitoraggio richiesto da Anas. “Entro domani, salvo imprevisti, verranno posizionati due pluviometri e alcuni pendoli per la sorveglianza costante del movimento franoso”, conferma il consigliere provinciale delegato alla difesa del suolo Massimo Bortoluzzi. “Questo permetterà un controllo puntuale e in tempo reale dell’evoluzione del fenomeno”.
NON CI SONO SOLO I FRONTI DI CANCIA E SAN VITO DI CADORE
Ma l’attenzione della Provincia non può concentrarsi solo sull’area di Cancia. “Ci sono anche altri fronti aperti sul territorio, che richiedono altrettanto il nostro impegno, aggiunge Bortoluzzi- in particolare, nei Comuni”, tra cui Rocca Pietore, Agordo, Chies d’Alpago, Gosaldo e Rivamonte Agordino, dove si stanno monitorando situazioni di fragilità idrogeologica che potrebbero peggiorare con ulteriori eventi meteo intensi.
“Abbiamo bisogno- conclude Padrin- di un piano di intervento strutturato e condiviso, che -mentre interveniamo nella maniera più efficace possibile per contenere gli effetti del contingente- guardi al medio e lungo termine, ma soprattutto di strumenti adeguati per affrontare un territorio che cambia con sempre maggiore rapidità sotto l’effetto del cambiamento climatico”.
E I VERDI INSISTONO: SERVE PIANO DI EMERGENZA PER EVITARE FIGURACCIA AI GIOCHI
Intanto un’altra colata detritica ha colpito la zona di San Vito di Cadore: “A meno di sette mesi dalle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, non esiste ancora un piano di emergenza per garantire l’accesso a Cortina in caso di eventi come questo. È una dimostrazione di totale impreparazione e superficialità”, attacca il consigliere regionale Andrea Zanoni (Europa Verde).
Un’associazione di utenti della Alemagna ha presentato una denuncia alla Procura di Belluno per la mancata adozione dei Piani del traffico e di sicurezza stradale, definendo la Ss 51 “infrastruttura strategica nazionale e internazionale di collegamento essenziale per le olimpiadi di Cortina”. E Zanoni torna a chiedere un piano di emergenza, o “l’Italia rischia una figuraccia mondiale” nel caso di frana ai Giochi. “Zaia e il Governo stanno giocando con il fuoco. Le frane lungo la statale 51 di Alemagna stanno isolando Cortina da giorni. È inaccettabile che si arrivi a questo punto senza soluzioni alternative. Se una frana blocca tutto durante i Giochi- chiede- chi si prenderà la responsabilità del disastro?”. Nei giorni scorsi è emersa la possibilità, sostenuta dal Comune di San Vito, di recuperare la strada in destra Boite che potrebbe partire a Borca e arrivare a Socol e Cortina, per le emergenze. Ma i Verdi sono in allarme: “Il Veneto e l’Italia non possono permettersi di fare una figura da dilettanti allo sbaraglio davanti al mondo intero”.







