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Dopo due anni di pandemia, i livelli di apprendimento degli studenti italiani restano stabili, ma non riescono a raggiungere gli standard pre-Covid. Intanto si allargano, ancora, i divari territoriali, con il Nord e il Sud Italia che viaggiano a due velocità già a partire dalla scuola media. È quanto emerge dal Rapporto Nazionale Invalsi 2022, presentato all’Università Sapienza di Roma dal presidente di Invalsi, Roberto Ricci, con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e la rettrice dell’ateneo Antonella Polimeni. Il rapporto fotografa un mondo dell’istruzione ancora attraversato dagli effetti del Covid, ma si è arrestata la tendenza negativa del 2021. Migliorano i risultati in inglese, mentre in matematica gli studenti italiani faticano ancora a raggiungere i livelli base di apprendimento: tra gli studenti dell’ultimo anno delle superiori, uno studente su due non raggiunge gli standard minimi. Si allargano ancora i divari territoriali, mentre si attenua, di poco, la dispersione implicita. Per il ministro Patrizio Bianchi, “i dati dimostrano che abbiamo frenato gli effetti della pandemia grazie allo sforzo straordinario dei docenti. Siamo in una fase di ripresa. E questo conferma che è stato giusto tornare in presenza. Abbiamo cicatrici antiche”, ha detto Bianchi riferendosi ai deficit degli apprendimenti e alle differenze tra nord e sud. “La pandemia ha aumentato le differenze, ma ci vuole tempo. Il sistema, nel suo insieme, ha retto”.
Un piano in tre fasi da un miliardo e mezzo per ridurre i divari territoriali e la dispersione scolastica. Lo ha illustrato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in una lettera in cui ha spiegato come verranno distribuiti i fondi provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il programma per combattere la dispersione si divide in tre interventi: il primo dedicato alla fascia 12-18 anni, il secondo a giovani tra i 18 e 24 anni e il terzo concentrato su progetti di potenziamento delle competenze base e progetti mirati in aree fragili del Paese. La prima trance da 500 milioni è già stata distribuita tra più di 3mila istituti. “Non sono fondi distribuiti a pioggia, ma indirizzati alle singole istituzioni scolastiche che hanno registrato i più alti tassi di fragilità degli apprendimenti- ha spiegato Bianchi- questo permette di accelerare i tempi con una procedura più snella e di andare a incidere direttamente sulle situazioni più critiche”.
Due corsi di orientamento universitario, a carattere residenziale, per avvicinare alle materie Stem 60 studentesse che hanno appena concluso il quarto anno delle scuole di istruzione superiore, con ottimi risultati. La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa raddoppia e, dopo il successo dell’edizione pilota a settembre 2021, annuncia due nuove edizioni, del progetto ‘Stem: le ragazze si mettono in gioco!’. Le 60 studentesse sono state selezionate tenendo conto dei risultati scolastici e del titolo di studio dei genitori, sulla base delle segnalazioni ricevute dagli istituti secondari di II grado di tutta Italia. Durante la permanenza a Pisa, ospitate nelle strutture della Scuola Superiore Sant’Anna, le partecipanti hanno la possibilità di confrontarsi con docenti, ricercatrici, ricercatori, esperte, esperti, allieve, allievi sulle sfide del mondo del domani. Per le partecipanti è il primo incontro con discipline come biotecnologie, robotica, informatica, fisica e agraria. Per tutta la durata del corso di orientamento, le studentesse vivranno l’esperienza della vita collegiale e saranno accompagnate da allieve e allievi in visita ai principali laboratori di scienza e tecnologia della Scuola Superiore Sant’Anna.
Due tappe in Campania per il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Dopo aver partecipato ad Avellino all’Assemblea pubblica di Confindustria Avellino dal titolo ‘I nuovi orizzonti della formazione. Gli ITS da sfida a tassello insostituibile’, il ministro Bianchi ha preso parte, a Napoli, alla presentazione del nuovo Corso di Laurea Magistrale ‘Digital Humanities. Beni culturali e Materie letterarie’ dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Il corso di studi, che si sta diffondendo in tutta Europa con diverse declinazioni quali digital text e digital humanities intende formare esperti nell’impiego e nello sviluppo di metodi e linguaggi innovativi per le scienze umane, con particolare riferimento all’ambito storico-artistico-archeologico e linguistico-letterario: archeologia, storia dell’arte, museologia, archivistica e linguistica. Il corso è finalizzato alla formazione di laureati in discipline umanistiche, studiate e valorizzate con l’aiuto dell’ICT; permette l’acquisizione di saperi e competenze nell’uso, dalla elaborazione/creazione di database alla scansione, digitalizzazione e visualizzazione di testi; dal data mining ai 3D renderings, alle tecniche di historical GIS.
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