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Arriva Daniele Gatti sul podio e il Maggio Fiorentino diventa un festival lungo un anno

Oltre allo storico festival primaverile, l'idea è quella di aggiungere due eventi satellite, in autunno e inverno

Pubblicato:08-07-2021 15:30
Ultimo aggiornamento:08-07-2021 15:31
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FIRENZE – Un nuovo direttore che segna un nuovo percorso per il Maggio. “Una visione” triennale, spiega il sovrintendente del Alexander Pereira, presentando la nuova bacchetta principale del teatro, Daniele Gatti. Che lega il suo contratto (dal primo marzo 2022 al 31 dicembre 2024) ad una rinnovata stagione dell’ente lirico.

Per la prima volta ho la possibilità di fare musica in una struttura festivaliera“, spiega Gatti prendendo la parola nella conferenza stampa organizzata per lanciare questa collaborazione. Il concetto, come lo chiama il maestro, è quello di fare di Firenze “la città italiana del festival”, sul modello di Salisburgo. Ovvero di affiancare al grande festival primaverile, il Maggio musicale appunto, “due costole, due satelliti: uno in autunno, tra metà ottobre e dicembre. L’altro dopo l’Epifania, da fine gennaio ai primi di marzo”.

I nomi non ci sono ancora, ma a Pereira non dispiacerebbe legare il primo all’autunno, mentre il secondo al carnevale. E se i nomi ancora sono di massima, le tematiche di questi nuovi filoni sono già state stabilite: “Il mito di Faust, la fiaba, la seconda scuola di Vienna, il Verdi maturo, un omaggio a Puccini nel centenario della morte e Wagner”, spiega Gatti.


Un ampliamento della produzione appoggiato e sostenuto da Pereira, che osserva: così “non c’è più una stagione, ma solo festival distribuito su tutto l’anno”. E il giudizio positivo arriva anche dal sindaco, Dario Nardella, presidente della fondazione: “Ha idee molto interessanti, cambieranno il volto del teatro”.

Gatti, che ha definito l’orchestra del Maggio di “primissimo livello”, si è detto infine “onorato e felicissimo che il maestro Mehta sia qui. Ha segnato la mia gioventù e ritrovarlo adesso qui è qualcosa di particolare. C’è sempre da imparare da questi grandi maestri”.

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