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Alla Summer School Dire le nuove frontiere del giornalismo

Approfondimento, social, territorio e soluzioni i temi della quarta giornata

Pubblicato:08-07-2021 14:44
Ultimo aggiornamento:08-07-2021 15:11

summer school giornalismo
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ROMA – Anche il giornalismo, come la società, cambia. Sempre tenendo fede ai suoi impegni costituzionali, sempre osservando i suoi limiti deontologici, sempre conservando le sue prerogative, che il giornalismo cambi si vede dai nuovi strumenti, dai nuovi luoghi e dalle nuove consapevolezze con cui lo si pratica. “Il giornalista oggi deve anche sapere dove andare a prendere i lettori, deve capire dove si sta spostando l’attenzione e quindi come offrire contenuti alti e accessibili”, ha detto Matteo Garavoglia, giornalista, durante la diretta organizzata dall’agenzia Dire e diregiovani.it per la quarta giornata di Summer School. Giornata andata in onda come sempre sui canali Facebook e Youtube di diregiovani.it e dedicata alle nuove frontiere della professione.

A testimoniarle e farle conoscere a ragazzi e ragazze che da lunedì stanno partecipando alla Summer School si sono succeduti: Matteo Garavoglia e Lorenzo Frignoli, giornalisti freelance che si sono specializzati nello sviluppo di inchieste completamente fruibili su Instagram (come ‘Un gioco di società‘ e ‘Boom_Ita‘); Livia Viganò e Bianca Arrighini, co-fondatrici della media company Factanza, caso di successo di una pagina Instagram creata con lo scopo di fare approfondimento giornalistico per giovani utenti; Assunta Corbo, giornalista direttrice di News48, il primo portale italiano di giornalismo costruttivo e delle soluzioni; Giorgia Cannarella, giornalista gastronomica di Munchies, il portale dedicato al cibo di Vice Italia.

Matteo Garavoglia e Lorenzo Frignoli, con le loro inchieste social (la prima delle quali, ‘Un gioco di società‘, sullo sviluppo urbano a Milano, Roma e Napoli è valsa la vittoria del premio ‘Morrione’), hanno esemplificato il potenziale creativo e informativo di un media come Instagram, social che “rende digeribile argomenti complicati” ma anche consente di “mettere a disposizione di tutti documenti storici a memoria delle lotte sindacali” (come la pagina creata per il sindacato pensionati della Cgil ‘Boom_Ita‘) e, dunque, permette di offrire contenuti di approfondimento a una certa fascia di lettori” come la generazione Z.


Dello stesso avviso anche Livia Viganò e Bianca Arrighini, 23enni milanesi. Il loro progetto editoriale nasce come pagina Instagram e solo poi diventa una start up: la scintilla che ha acceso la miccia è stata la personale “esigenza di contenuti approfonditi e verificati ma anche esteticamente appetibili” per orientarsi nel mare di notizie e messaggi “da cui siamo bombardate; ciò che cerchiamo di fare, quindi, è trasmettere alle persone il modo corretto di interpretare una notizia” per rispondere così allo “spaesamento con cui spesso ci troviamo a fare i conti”.

Rispondere con soluzioni è la missione d’elezione di Assunta Corbo che dal 2019, con il team di 82 giornalisti di ‘Constructive Network‘, si impegna per formare operatori dell’informazione e nuove generazioni sul giornalismo cosiddetto costruttivo e delle soluzioni. Due approcci alla professione importati rispettivamente dal Nord Europa e dagli Stati Uniti la cui unione fa sì che si ottenga “una narrazione più completa e che possa essere d’ispirazione. Si parte dal problema– ha spiegato Corbo- e si vanno a cercare le storie di chi offre soluzioni. Anche se sono soluzioni imperfette, ci rendono meno impotenti”. Così, secondo Corbo, “il giornalismo può fare una inversione a U” e recuperare la strada migliore: “Abbiamo una colpa noi giornalisti, quella di far preoccupare il lettore senza spiegargli come intervenire”.

E a proposito di strada, tanta ne percorre Giorgia Cannarella che per Munchies scrive di ‘food’. “Sono una food writer e ho la fortuna di lavorare nel giornalismo gastronomico– spiega a ragazzi e ragazze in collegamento- ma non sono una critica gastronomica, non vado nei ristoranti per criticarli come fa chi lavora per le guide”. Munchies infatti è un canale con una linea editoriale di ampio respiro: si parte dal cibo per parlare di territorio e sostenibilità, di lavoro, di razzismo e sessismo nelle cucine professionali, di recupero delle tradizioni locali in Italia e all’estero, di piatti e prodotti dimenticati. “Siamo capostipite di questo filone in Italia e ci rivolgiamo ad un pubblico giovane al quale riusciamo ad offrire contenuti di approfondimento ma anche contenuti social come videoricette con chef o video del tipo ‘how to’ per preparazioni domestiche”. “Cosa voglio fare da grande?- ha risposto infine alla domanda che dà il nome alla Summer School- questo! Non è sempre facile ma ciò che conta è non scoraggiarsi”.

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