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Malta autorizza lo sbarco dei 65 migranti della Alan Kurdi

"Verranno immediatamente trasferiti in altri paesi dell'Unione Europea", scrive su Twitter il premier maltese Joseph Muscat

Pubblicato:08-07-2019 06:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:29
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ROMA – Malta consente lo sbarco dei 65 migranti dalla nave Alan Kurdi che verranno immediatamente trasferiti in altri paesi dell’Unione Europea. Lo scrive su Twitter il premier maltese Joseph Muscat, che informa che 3 persone a bordo “che necessitano di cure mediche urgenti saranno immediatamente evacuate. Il governo di Malta trasferirà i 65 migranti soccorsi su mezzi delle forze armate maltesi- spiega- che entreranno in un porto di Malta. Tutte le persone soccorse a bordo saranno immediatamente trasferite in altri paesi membri dell’Ue“, scrive Muscat.

ITALIA E MALTA: SERVE MECCANISMO PERMANENTE UE

“I ministri degli Esteri di Italia e Malta, Enzo Moavero e Carmelo Abela, in riferimento alle ulteriori complesse situazioni che riguardano navi con a bordo migranti, il loro ingresso nelle acque territoriali dei due Paesi, l’attracco e lo sbarco in porti italiani e maltesi, confermano la ferma volontà di cooperare fra loro. Ribadiscono, tuttavia, che è indispensabile assicurare un effettivo governo dei flussi migratori verso l’Europa, perché non è più ammissibile continuare a procedere, caso per caso, ricercando soluzioni in emergenza, con crescenti difficoltà politiche e gravissimi disagi”. E’ quanto si legge in una nota della Farnesina.

Quindi “occorre uno strutturato meccanismo permanente a livello di Unione Europea, che affronti l’insieme delle sensibili questioni che riguardano migrazioni e non si limiti unicamente alle sole procedure per il diritto di asilo. Riformare il regolamento di Dublino non basta, bisogna andare oltre e occuparsi di tutte le persone migranti. Affinché possa essere avviata una discussione organica, in grado di condurre i governi degli Stati UE a convergere verso una politica comune per le migrazioni, i due Ministri chiedono che sia iscritto nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio Affari Esteri UE di luglio uno specifico ed esplicito punto”, conclude la nota.


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