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ROMA – Non c’è nessun approccio ideologico, dice l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, oggi ascoltato in commissione di Vigilanza della Rai insieme alla presidente Rai Marinella Soldi. “La Rai è di tutti, non può fare a meno di essere di tutti“, dice ancora. Fabio Fazio? “Non parlo di questo caso perchè aveva deciso prima che mi insediassi di cimentarsi altrove”. Ma su Lucia Annunziata dice invece: “Spiace abbia voluto privare i cittadini utenti, che sono i nostri azionisti di ultima istanza, del suo punto di vista. Fosse stato necessario, ma non lo è stato, avremmo difeso il suo spazio”. Infine, rassicura tutti sul destino di Report: “Nessuna trasmissione di inchiesta sarà soppressa“.
Insieme a Sergio, in commissione c’è anche Marinella Soldi, che invece ha lanciato un grido d’allarme sulla situazione delle casse della Rai (indebitata per 580 milioni) ma ha anche stigmatizzato pesantemente la scelta di nominare solo uomini alla direzione delle testate giornalistiche. Lo ha definito “uno strappo grave alle policy di genere aziendali, ratificate proprio dal Cda un anno fa”.
Tornando sulle polemiche a proposito delle scelte governative dietro alcune importanti uscite degli ultimi tempi, Sergio ha detto: “L’approccio che ci muove è tutto fuorchè ideologico. Mi riferisco all’annuncio di una professionista del calibro di Lucia Annunziata che spiace abbia voluto privare i cittadini utenti, che sono i nostri azionisti di ultima istanza, del suo punto di vista. Fosse stato necessario, ma non lo è stato, avremmo difeso il suo spazio. Non cito Fabio Fazio, perchè aveva deciso prima che mi insediassi di cimentarsi altrove“.
“La Rai deve essere di tutti, non può fare a meno di essere di tutti, pena l’incompatibilità con i dettami costituzionali e il venir meno della sua universalità. Ne consegue che, per un verso, non può escludere alcuno e, per altro verso, non può essere appannaggio solo di alcuni”. Cosi’ l’amministratore delegato Rai Roberto Sergio, in audizione in commissione di Vigilanza.
“I criteri guida per la selezione delle figure apicali- spiega ancora Sergio- sono stati (e saranno, per le nomine che seguiranno): competenza e capacità manageriale, bilanciando continuità e innovazione. Sono stati scelti quindi professionisti validi, prestando molta attenzione a salvaguardare, laddove rilevante per la posizione, il pluralismo. Quest’ultima, pluralismo, è una parola chiave, e la pronuncio sapendo bene quanto sia cara a voi e a tutti coloro i quali abbiano attraversato le aule parlamentari e questa in particolare. Ma dobbiamo attenerci a questo criterio anche noi come Rai”.
Sergio ha parlato anche della questione canone, spiegando di aspettarsi una prosecuzione della modalità di riscossione attuale: “Chiederemo domani un appuntamento con il ministro dell’economia, immaginiamo che il 2024 sia riscosso come ora, se ci arriverà una comunicazione formale ne prenderemo atto e ne discuteremo”.
“Vorrei trasferirvi un senso urgenza. L’azienda pur avendo chiuso con il bilancio in pareggio affronta una situazione di indebitamento pari a 580 milioni di euro nel 2022. Per un rinnovo necessario delle forme di finanziamento sul mercato ci vuole un piano industriale credibile e realistico approvato a stretto giro e tassativamente non oltre il 2023″. Così la presidente della Rai, Marinella Soldi, nel corso dell’audizione in commissione di Vigilanza della Rai.
“Abbiamo ottenuto una significativa riduzione del gender gap, sia in termini di carriere sia di retribuzioni tra il 2021 e il 2022. Uno sforzo che purtroppo non è stato fatto in occasione delle ultime nomine, in particolare per le direzioni delle testate giornalistiche, che sono state tutte al maschile, uno strappo grave alle policy di genere aziendali, ratificate proprio dal Cda un anno fa”, ha detto ancora la presidente Rai Marinella Soldi.
“Se si fa una ricerca non si troverà mai una parola ‘quote’ in quello che ho detto. Sono abbastanza allergica a questa parola e a questo concetto, si parla di merito”. Così la presidente Rai, Marinella Soldi, durante l’audizione in Vigilanza.
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