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ANCONA – I problemi determinati dalla pandemia per quanto riguarda alcune strutture si fanno sentire ancora in modo pesante. Ed il monito del Presidente del Consiglio regionale, Dino Latini,  anche alla luce di numerose segnalazioni provenienti dal territorio marchigiano, è quello che “nessuno può essere lasciato indietro”.
“Ci sono settori e attività – stigmatizza – al limite e forse ormai al collasso.  Piscine e palestre sono soltanto due esempi di strutture che ogni giorno chiedono alle istituzioni di essere aiutate. Ma come loro ci sono altri settori, attivitĂ , categorie di lavoratori, soprattutto autonomi, che senza un aiuto forte da parte di Stato, Regione e Comune, non ripartiranno più”.
Soffermandosi sulla situazione delle piscine, non senza prima aver evidenziato la loro importante funzione sociale al pari di quella sportiva, Latini fa presente che, tra Covid e rincari bollette, nel prossimo autunno per molte la ripartenza potrebbe essere improbabile.Â
“In pochi – spiega – hanno affrontato la questione sottoposta dai gestori, ma la gravitĂ del problema sta crescendo in modo esponenziale. Non affrontarlo significa far chiudere una parte delle strutture, con una regressione di offerta a prima degli anni 90 del secolo scorso”.
Pur nella consapevolezza che intervenire non è cosa semplice e che in alcuni casi non si hanno le competenze specifiche per farlo, il Presidente ritiene che “ognuno potrebbe incidere, secondo il proprio ruolo, sul costo dell’acqua e delle utenze di luce e gas, in modo da riportare quello gestionale a prima del Covid.
“Non si tratterebbe di un sostegno passivo – specifica Latini – ma di una stampella che permetterebbe di tornare a camminare a chi ha lavorato sempre in proprio. Ugualmente i gestori delle palestre non sanno piĂą a  chi rivolgersi per avere un minimo di sostegno economico. Sappiamo bene quali siano i limiti della Regione e come si stia adoperando al massimo per tenere conto delle esigenze di ogni categoria colpita da pandemia, crisi internazionali e rincaro prezzi, ma segnalare di nuovo che il problema persiste è doveroso”.
Infine, il Presidente richiama la necessitĂ di una programmazione futura di tutte le istituzioni, nazionali e locali, dove vengano riviste le prioritĂ e l’assegnazione delle risorse. “Questo – dice – in modo tale che l’emergenza si trasformi un obbiettivo di stabilitĂ e occupazione per tante attivitĂ della nostra comunità ”.
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