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Di Maio presenta il Patto per l’Export: “Sei pilastri per un nuovo slancio alle imprese”

Oggi la cerimonia di firma durante la quale sono state illustrate le linee strategiche in materia di sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo

Pubblicato:08-06-2020 10:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:27

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ROMA – Il Patto per l’export e’ “uno strumento che recepisce le richieste” emerse durante gli incontri con le associazioni di categoria e i partecipanti provenienti da tutti i settori produttivi e che “hanno ispirato una nuova strategia per l’internazionalizzazione del nostro sistema produttivo. Una strategia certamente ambiziosa, ma solida, che si regge su sei pilastri”. Lo dice il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, aprendo la cerimonia di firma del “Patto per l’export”, durante la quale sono state illustrate le linee strategiche in materia di sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo, alla luce dell’attuale contingenza economica e sanitaria”. Il titolare della Farnesina spiega che “dal 14 al 21 aprile il Sottosegretario Manlio Di Stefano e l’Ambasciatore Lorenzo Angeloni hanno presieduto 12 tavoli settoriali virtuali mirati proprio a questo scopo, un confronto cui hanno partecipato 147 associazioni di categoria e oltre 250 partecipanti provenienti da tutti i settori produttivi: dall’agroalimentare alla meccanica, dalla farmaceutica alle infrastrutture, passando per il comparto dell’innovazione e dei servizi all’export per giungere sino alla cultura ed al turismo. Abbiamo raccolto tantissimi contributi, proposte, idee per far ripartire l’economia del nostro Paese ad emergenza rientrata”. Il Patto per l’export, sottolinea, “e’ uno strumento vivo, che dispieghera’ i suoi effetti a partire da oggi e che rimarra’ aperto alla firma per nuove adesioni, con l’impegno che questo progetto sappia tempestivamente adeguarsi agli sviluppi economici e sociali del Paese”.

I 6 PILASTRI

Ecco i sei pilastri spiegati da Di Maio. Primo, la comunicazione “cui abbiamo dedicato la piu’ grande gara pubblica in materia. Dai tavoli settoriali e dal confronto con le associazioni- dice- e’ emerso chiaramente che la ripartenza non potra’ prescindere dall’avvio di un grande re-branding nazionale, di costruzione di una nuova e piu’ forte narrazione dell’Italia all’estero. Uno sforzo di comunicazione strategica e integrata a favore del nostro Made in Italy e di tutte le nostre filiere: un ‘saper fare’ unico, che coniuga qualita’, sicurezza e innovazione, che dovra’ essere messo in risalto grazie all’utilizzo massiccio di piattaforme digitali e con il coinvolgimento di personalita’ note al grande pubblico all’estero. Un elemento fondamentale per la ripartenza: promuovere una conoscenza ancora piu’ estesa e approfondita dell’Italia, del suo territorio e delle sue eccellenze, in tutti i settori. E a questo proposito, proprio il 4 giugno e’ stata pubblicata sulla Gazzetta dell’Unione Europea e sul sito appaltinnovativi.gov.it, l’avviso con cui apriamo una consultazione di mercato trasparente, inclusiva e rapida, del valore di 50 milioni di euro: da qui a settembre, selezioneremo, con un meccanismo di ‘dialogo competitivo’, le migliori proposte per rilanciare l’immagine dei nostri settori produttivi in 26 Paesi nel mondo”.

Secondo, continua Di Maio, “la formazione e l’informazione. Due parole chiave per tutte quelle PMI che offrono eccellenze, ma che ancora non esportano e per le quali lo Stato deve mettere a disposizione tutta una gamma di strumenti di sostegno, a partire da figure come i Temporary Export Manager e i Digital Manager, divenute ormai indispensabili per sostenere l’accesso delle imprese italiane ai mercati esteri. In questo ambito, penso poi alla proposta, che abbiamo voluto mettere nero su bianco nel Patto, di creare un unico portale pubblico di accesso ai servizi per l’Export, che consenta un utilizzo personalizzato per settori e mercati prioritari. Lasciatemi aggiungere che continuera’ l’impegno quotidiano della Farnesina, in Italia e all’estero, a fianco delle nostre imprese. Ambasciate e Consolati saranno sempre di piu’ la “Casa delle imprese italiane nel mondo”, nella quale trovare assistenza e informazioni, per dialogare con i mercati e le istituzioni straniere”.


Terzo pilastro, l’e-commerce. “Lo avete ribadito in molti durante i tavoli settoriali- osserva il ministro degli Esteri- ma lo riportano anche analisti e consulenti internazionali: le piattaforme digitali, anche al termine dell’emergenza, giocheranno un ruolo ancora piu’ determinante nella crescita del commercio globale. Questa e’ la vera sfida che abbiamo davanti: sfruttare appieno le opportunita’ che la rivoluzione digitale offre alla creativita’ ed alla solidita’ industriale dell’Italia. Intese con le piattaforme internazionali di e-commerce, accesso delle PMI ad un numero sempre maggiore di marketplace digitali grazie anche all’assistenza fornita dallo Stato, fiere ed eventi digitali: queste saranno le nostre parole d’ordine”.

Quarto pilastro, il sistema fieristico. “Il Patto che andiamo a sottoscrivere oggi- spiega Luigi Di Maio- prevede passi concreti molto chiari: rafforzare la partecipazione delle PMI alle fiere internazionali che si svolgono in Italia e all’estero; attrarre buyer e VIP con programmi speciali e personalizzati per i territori. La considerazione da fare e’ che sia il COVID ci ha imposto di ripensare il sistema delle fiere, ed il digitale ci aiuta in questo: anche questa e’ una sfida davanti alla quale l’Italia non si tirera’ indietro, con sempre piu’ eventi digitali, B2B virtuali, organizzazione di mini-fiere di settore e di fiere di filiera tra settori complementari”.

Quinto pilastro, la promozione integrata. “Tutte le eccellenze del ‘Made in Italy’ nei diversi settori: economico, culturale, scientifico e tecnologico, verranno rilanciate come appartenenti a un unico sistema. La Farnesina- continua il ministro- ha gia’ fatto suo questo approccio con il Programma ‘Vivere all’italiana’, che oggi diventa ancora piu’ importante. Ora e’ arrivato il momento di un doppio cambio di passo: da un lato, uno sforzo ancora maggiore per la promozione dell’eccellenza italiana nei settori innovativi e ad alto contenuto tecnologico (penso all’industria aerospaziale, alla meccanica avanzata, ma anche alla green economy e all’agroalimentare); dall’altro, iniziative nuove in tema di cosiddetta “integrazione verticale“, promuovendo l’offerta italiana in filiere produttive adiacenti (ad esempio moda e tessile, macchinari per la lavorazione del legno e design, turismo, automotive ed enogastronomia). Le nostre Ambasciate e i nostri consolati metteranno in campo azioni in questo senso”.

Infine, sesto pilastro, la finanza agevolata. Di Maio sottolinea: “Uno strumento irrinunciabile, soprattutto in questo momento storico: mi riferisco ai contributi a fondo perduto, ai finanziamenti a tassi agevolati, ai sistemi di garanzia, all’accesso al capitale di rischio, che stiamo offrendo con diverse misure di supporto, che vadano incontro alle esigenze di aziende piu’ strutturate, ma anche di giovani imprenditori e di start-up. Sono queste le chiavi per mettere in moto il circolo virtuoso tra l’internazionalizzazione delle nostre imprese e l’attrazione di investimenti esteri di qualita’ in Italia, grazie anche ai nuovi strumenti messi a disposizione dallo Stato”. Il titolare della Farnesina conclude: “Questi sono i sei pilastri su cui si fonda il Patto per l’export: una strategia di sostegno pubblico alle imprese che si affacciano sui mercati internazionali, che potra’ contare su risorse straordinarie messe a disposizione dal Governo per imprimere al sistema produttivo un nuovo slancio. Queste risorse straordinarie sono disponibili grazie a diversi veicoli: il Piano Straordinario per il Made in Italy, il Piano di Promozione Integrata e il Fondo 394/81, per un ammontare mai messo in campo prima d’ora. Inoltre, il Governo ha potenziato il sostegno finanziario all’export, mediante l’assicurazione statale sul 90% degli impegni di SACE in favore delle imprese italiane esportatrici”.

DI MAIO: “UN E-BOOK PER LE PMI, GUIDA PER I MERCATI ESTERI”

 Una guida alle imprese per orientarsi al commercio nei mercati esteri. E’ una delle iniziative lanciate alla Farnesina per la cerimonia di firma del “Patto per l’Export”. Di Maio ha spiegato: “Presentiamo oggi anche un primo strumento pratico a sostegno delle imprese: un e-book rivolto alle nostre Pmi che ancora non si sono aperte ai mercati esteri, un ‘manuale di istruzioni’ che abbiamo predisposto con la collaborazione di molti di voi impegnati ogni giorno su questi temi. Questa guida intende accompagnare l’impresa lungo l’intero percorso dell’internazionalizzazione, dall’apprendere il ‘linguaggio dell’Export’ fino all’ultimo miglio, lo sbarco sui mercati esteri, passando per le diverse opportunita’ di finanziamento e i programmi di supporto. Confidiamo che possa essere uno strumento utile per affacciarsi su nuove realta’. L’e-book- sottolinea il titolare della Farnesina- e’ parte di un percorso piu’ articolato, finalizzato a rendere immediato, intuitivo e trasparente l’accesso alle informazioni sulle misure a sostegno di Export e internazionalizzazione. Stiamo lavorando in queste ore con ICE, SACE, SIMEST alla realizzazione di un portale unico che offrira’ una panoramica completa di tutti gli strumenti a disposizione di Governo centrale, regioni, agenzie. E, su questa base, stiamo immaginando anche un roadshow, che vorremmo costruire insieme a voi, per assicurare che ogni impresa sia pienamente consapevole di queste opportunita’”.

“A sei mesi dall’entrata in vigore della riforma che ha portato le competenze in materia di Export e internazionalizzazione sotto il ministero degli Affari Esteri- ha spiegato Luigi Di Maio- cogliamo dunque il primo risultato di un lavoro coordinato e sinergico tra Ambasciate, Consolati, istituti di Cultura, uffici Ice e associazioni di categoria del mondo imprenditoriale. Un esempio virtuoso di come il sistema Paese abbia reagito di fronte all’emergenza, sanitaria ed economia, che tutt’ora stiamo attraversando”. 

PATTO EXPORT, GUALTIERI: “STRUMENTO PER UN SALTO DI QUALITÀ NELLO SVILUPPO DELL’ITALIA”

 “Stiamo sottoscrivendo un grande patto per l’export, che significa non solo avere messo in campo gli strumenti che adesso inizieranno ad essere implementati, ma anche un metodo di lavoro che e’ importante rilanciare per assicurare il successo a una delle leve piu’ importanti dello sviluppo e della prosperita’ del nostro paese”. Cosi’ il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, durante la firma del patto per l’export. Il Patto per l’export, sottolinea, “e’ stato un processo inclusivo, approfondito, con l’individuazione di sei pilastri per fare un salto di qualita’ e sostenere un vettore principale per la crescita e lo sviluppo del nostro Paese”.

PATTO EXPORT, FRANCESCHINI: “CULTURA E TURISMO CENTRALI PER IL RILANCIO DEL PAESE”

“Sono qua sia come ministro del Turismo che come ministro della Cultura, perche’ ogni prodotto che si esporta, anche quello apparentemente piu’ lontano dalla cultura, anche inconsapevolmente, attraverso le mani di chi lo produce, ha dentro secoli di saperi, conoscenza, bellezza. La forza dell’export italiano sta nella qualita’, ma anche nel fatto che sono prodotti italiani e ogni prodotto porta con se’ il vivere all’italiana”. Lo ha detto il ministro dei Beni e delle Attivita’ culturali e del Turismo, Dario Franceschini, che ha preso parte alla presentazione del Patto per l’export in corso a Roma alla Farnesina. Ringraziando “il ministro Di Maio per questa iniziativa che dimostra come anche nei governi conta fare squadra, perche’ piu’ si fa squadra e piu’ si raggiungono risultati”, Franceschini ha spiegato che “stiamo entrando in un mondo – e lo sara’ ancora di piu’ dopo questa pausa terribile – in cui il turismo nei prossimi anni sara’ sempre piu’ esperienziale e l’Italia e’ in grado di offrire questo suo ‘vivere all’italiana’, che e’ sinonimo di qualita’”.

Per questo, ha detto ancora, “abbiamo bisogno di fare molti investimenti sul patrimonio culturale e sulla riqualificazione dell’offerta turistica. Da questo punto di vista le crisi portano sempre anche opportunita’ di riscatto e succedera’ anche nei settori piu’ colpiti. Stiamo lavorando con Cassa depositi e prestiti su due iniziative. La prima- ha ricordato Franceschini- e’ un Fondo strategico per il turismo che puntera’ a riqualificare le strutture ricettive e impedire il passaggio in mani non gradite di una parte del patrimonio alberghiero che per via della crisi potrebbe sfuggire di mano”. A questo proposito, il ministro ha aggiunto che “in Italia manca una catena di grandi alberghi, ma e’ inutile ripetere l’esperienza delle grandi catene internazionali, molto belli ma molto anonimi. Bisogna essere in grado di offrire qualcosa di italiano, che e’ il Paese degli hotel diffusi e delle piccole pensioni familiari. E’ il Paese in cui, appunto, vuoi vivere l’esperienza di italianita’”. La seconda iniziativa con Cassa depositi e prestiti e’ “la creazione di una piattaforma in cui daremo all’Italia e al mondo tutta l’offerta culturale italiana online. Abbiamo visto in questi mesi quanto l’offerta culturale si sia trasferita online in modo spontaneo e gratuito. Vogliamo un luogo, un Netflix della cultura, in cui si possa offrire l’opportunita’ di vendere il proprio evento, ma anche in prospettiva di affiancare all’offerta diretta la visione in tutto il mondo di uno spettacolo. È un modo di supportare l’export- ha concluso- e su questo dobbiamo lavorare insieme”.

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