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Per la prima volta quattro università italiane nella top 200

Il ministro Fedeli, "l'Italia deve essere orgogliosa"

Pubblicato:08-06-2017 15:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:19

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ROMA – Per la prima volta quattro università italiane nella top 200. Un risultato storico visto che la classifica è stata redatta da uno degli enti accreditati di maggior prestigio, il QS World University Rankings.

Quattro università italiane nella top 200

I quattro atenei italiani tra le migliori 200 università al mondo rispondono al nome di Politecnico di Milano, università di Bologna, Scuola Superiore Sant’Anna Pisa e la Scuola Normale Superiore. Le posizioni occupate, rispettivamente, sono il 170/o posto (+ 13 posizioni), il 188esimo (+ 20 posizioni), e l’ex aqueo al 192 posto per le ultime due. Ad essere fieri del primato, visto le posizioni occupate alquanto basse, non è però guardare il “bicchiere mezzo pieno”. Per la ricerca, infatti, a Scuola Normale Superiore è al 18/0 posto e la Scuola Superiore Sant’Anna al 27/o. Secondo l’opinione di ben 75mila accademici di tutto il mondo Bologna è al 77/0 posto. Per i datori di lavoro, invece, la Bocconi è saldamente posizionata al 30 posto mentre il Politecnico di Milano al 53esimo. Molte luci e qualche ombra, quindi, per le università italiane. Un segno questo che basterà qualche sforzo per farle brillare di luce propria nei prossimi anni.

Quattro università italiane nella top 200, la ricerca

Le università analizzate dal comitato del QS World University Rankings sono state 4.388. 956 quelle incluse, a vario titolo, nella classifica finale. Tra i criteri presi in esame l’opinione degli accademici e dei datori di lavoro, il numero di citazioni, le risorse dedicate all’insegnamento, il numero di docenti e quello degli studenti internazionali. Saldamente al primo posto del ranking, e per il sesto anno consecutivo, il Massachussett Institute of Technology (Mit). A seguire, confermando ancora il secondo e terzo posto, Stanford e Harvard. Sale invece di un gradino, piazzandosi subito fuori dal podio, il California Institute of Technology (Caltech). Salgono di posizione anche università di Paesi non anglosassoni come quelle russe, le australiane, quelle di Singapore, cinesi e indiane.


Il ministro Fedeli, “l’Italia deve essere orgogliosa”

“L’Italia deve essere orgogliosa per questo risultato”. Così Valeria Fedeli, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. “Il nostro è un sistema accademico con molte eccellenze e realtà storiche prestigiose, è una risorsa fondamentale. Un volano di crescita per il Paese. Per questo dobbiamo valorizzarlo e sostenerlo, proseguendo il percorso avviato con l’ultima Legge di Bilancio. Legge che ha incrementato il Fondo di finanziamento ordinario degli atenei, riportandolo a 7 miliardi”. Soldi che hanno aumentato le risorse per il diritto allo studio e stanziato fondi per i migliori dipartimenti che potranno essere utilizzati per l’assunzione di docenti, ricercatrici e ricercatori. “Il rafforzamento del sistema accademico è un rafforzamento del sistema-Paese. Oggi ci complimentiamo con gli atenei inseriti nel ranking, ma lavoriamo per l’eccellenza complessiva delle nostre università”.

Quattro università italiane nella top 200, le “voci” di Pisa

“L’ingresso della Scuola Normale Superiore e della Scuola Superiore Sant’Anna nella classifica mondiale delle 200 migliori università al mondo è una nuova conferma della loro eccellenza. I risultati sono ottimi per il posizionamento globale e per quello in Italia, dove il podio è condiviso con altre grandi istituzioni nazionali”. Ma, sottolineano da Pisa un risultato eccellente “soprattutto per l’affermazione nell’indicatore che misura l’impatto della ricerca e che vede le nostre due scuole universitarie superiori entro la 30esima posizione mondiale, la Normale in 18esima posizione il Sant’Anna in 27esima”. Si tratta di un risultato “estremamente positivo perchè conferma l’altissima qualità della nostra ricerca e la capacità dei nostri docenti e ricercatori di saper conquistare e mantenere la leadership in aree di ricerca avanzatissime”. Cosi’ in una nota congiunta il direttore della Scuola Normale Superiore, Vincenzo Barone, ed il rettore della Scuola Superiore Sant’Anna, Pierdomenico Perata.

Le “voci” di Pisa, ottimismo sul futuro

“Il successo conferma anche il valore del sistema universitario e della ricerca italiano che, pur non essendo finanziato come in altri paesi europei, dimostra di saper essere largamente competitivo. I risultati del QS rappresentano poi un’ulteriore sfida. I nostri ‘fondamentali’, soprattutto la qualità della ricerca, sono solidissimi. Abbiamo potenzialità per consolidare risultati che appaiono già ottimi, tenuto conto anche del nostro dimensionamento e della particolare ‘missione’ che ci viene assegnata. Ovvero riconoscere il talento dei nostri allievi, valorizzare il merito, fare ricerca e trasferimento tecnologico ai più alti livelli. La federazione Normale, Sant’Anna, Iuss ci permetterà di aumentare la competitività grazie anche a progetti di ricerca comuni e di aumentare il nostro dimensionamento. Dimensionamento che è ancora non adeguato per competere sullo scenario globale, nonostante le continue affermazioni, certificate dai principali ranking internazionali che danno risultati univoci, al di la’ delle differenti metodologie utilizzate”.

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