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Nonostante le parole pronunciate ieri da Gianni Cuperlo, a Bologna per la festa di Sinistradem, Andrea De Maria non correrà per Palazzo D’Accursio. Il parlamentare dem, uno dei (pochi) grandi azionisti del Pd a Bologna, ha confermato anche nelle ultime ore di non essere interessato alla successione di Virginio Merola. Era stato però proprio De Maria, ormai due mesi fa, ad infliggere il primo e forse più duro colpo al secondo mandato di Merola muovendo alcune critiche pesanti all’operato dell’attuale primo cittadino. Critiche che il primo cittadino aveva in seguito bollato come “offensive” ma che erano state confermate anche dopo la ‘tregua’ siglata davanti un caffè in zona Regione. Peraltro, come si fa notare in casa democratica, proprio quegli stessi temi (sicurezza e gestione della città metropolitana su tutti) sono poi divenuti tra i più discussi durante gli incontri della conferenza programmatica convocata nei circoli Pd per dare un giudizio sui primi cinque anni di Merola e soci.
Dopodomani, comunque, saranno proprio De Maria e Merola a discuterne. I due infatti daranno vita ad un faccia a faccia mercoledì sera a Borgo Panigale, durante un incontro organizzato dall’Unione di quartiere Pd aperta ad iscritti ed elettori al parco di via Biancolelli. Si tratta del primo confronto diretto in pubblico tra i due dopo l’apertura della crisi sul bis di Merola. Il sindaco e il deputato si erano in realtà già ‘sfiorati’ al circolo Andrea Costa, durante il primo confronto dell’assemblea programmarica, ma si erano seduti a due tavoli temarici diversi (De Maria aveva scelto, e non certo a caso, la metropoli).
Nelle ultime settimane il consenso di Merola all’interno del partito è sicuramente scemato: sotto le Due Torri c’è uno schieramento trasversale alle correnti che vuole trovare a tutti i costi un successore in vista del voto del 2016. Anche i vertici regionali, un primo tempo propensi a dare il via libera al secondo mandato, oggi sembrano nutrire qualche dubbio.
A favore dell’attuale inquilino di Palazzo D’Accursio gioca però al momento la mancanza di un candidato forte disposto a giocarsi la candidatura alle primarie (difficilmente evitabili in mancanza di veri ‘briscoloni’). Merola sta inoltre chiedendo da tempo che siano gli organismi del partito a ‘sfiduciarlo’ apertamente.
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