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Al forum Cnpr il punto sull’intelligenza artificiale: opportunità ineludibile, ma con regole condivise

Per Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili, "il patrimonio informativo dell’intelligenza artificiale è enormemente più grande della persona fisica e con questo dovremo fare tutti i conti"

Pubblicato:08-05-2023 11:57
Ultimo aggiornamento:10-05-2023 16:32
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NAPOLI – “E’ necessario che tutti i legislatori sappiano mettere dei perimetri di riferimento perché l’intelligenza artificiale possa essere uno strumento di sviluppo positivo della nostra società. Come ad esempio per la transizione ecologica ed energetica o come meccanismo di apprendimento delle macchine attraverso i dati che può dare un forte impulso allo sviluppo di nuove tecniche e nuove tecnologie”. E’ l’appello lanciato da Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia in commissione Politiche UE, nel corso del webinar ‘Lavoro e Ambiente, l’Intelligenza Artificiale tra opportunità e minacce’ promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Come sempre la tecnologia non è di per sè negativa o positiva. E’ l’utilizzo che se ne fa e il perimetro che il legislatore mette intorno al suo utilizzo a essere determinante. L’Intelligenza artificiale – ancora Cattaneo – può essere una straordinaria occasione di sviluppo. Penso a quello che già si intravede in medicina. Una risonanza magnetica analizzata da un super calcolatore può prevedere con un anticipo di 5 anni la predisposizione a sviluppare cellule tumorali. Viceversa – conclude – se un ragazzo usa l’intelligenza artificiale per scrivere un tema di scuola decade la parte didattica di pensiero e sviluppo delle emozioni. Questo certamente non aiuta la crescita dei giovani”.

Sul rapporto tra IA e l’essere umano si è soffermata Tatjana Rojc, capogruppo del Pd nella commissione Politiche UE al Senato. “Siamo di fronte a una pietra miliare per lo sviluppo della nostra comunità, della quale – sostiene – non ci siamo neanche accorti e che è arrivata fino a questo punto. L’intelligenza artificiale è di grande aiuto, ad esempio in campo medico, ma siamo capaci di capire che non può provare sentimenti, non può provare emozioni e non ha neanche un presupposto etico. Che invece è molto importante. Sarà capace una macchina di sostituire la scrittura, l’interpretazione in un prossimo futuro? L’intelligenza artificiale – prosegue Rojc – è assolutamente utile e di grande supporto per la transizione ecologica, ma non è immaginabile che possa fare una propria attività senza una direzione umana. Penso al nucleare ad esempio. Posto che sono contraria al ricorso all’energia nucleare, quali scenari si possono prospettare davanti a un utilizzo sconsiderato o moderato dell’intelligenza artificiale? Di fronte a questi interrogativi spetta alla politica trovare le risposte giuste”.

Per Pino Bicchielli, parlamentare di Noi Moderati in commissione Difesa a Montecitorio, l’intelligenza artificiale “ha già cambiato questo mondo”. “La incontriamo tutti i giorni e – aggiunge – molto spesso agevola le nostre attività. Questo però ha dei rischi di profilo etico che non sono da sottovalutare. La politica ha il dovere di attenzionare questo mondo. Voglio ricordare che, come fu per la rivoluzione industriale, e come sarà anche adesso, la possibilità di scelta appartiene solo all’essere umano e questo che ci differenzia dalle macchine. Ogni fattore che fa aumentare la qualità della vita, se mantenuto all’interno di profili etici ben particolari, è utile e prezioso. L’esigenza di avere una programmazione, di avere qualcuno che ci supporti e non ci faccia sbagliare è importante. La produzione industriale – continua Bicchielli – è molto migliorata grazie all’ intelligenza artificiale, è utilissima per la transizione ecologica senza dimenticare il suo ruolo fondamentale per ridurre al minimo l’impatto e l’inquinamento ambientale. Il tema della sicurezza legata all’intelligenza artificiale resta in ogni caso al primo posto”.


Il ruolo della politica di fronte a questa innovazione è stato evidenziato da Antonio Salvatore Trevisi (M5s), segretario della commissione Ambiente a Palazzo Madama. “Con l’intelligenza artificiale cambierà – le sue parole – il nostro modo di lavorare. Si sta rivelando già un’opportunità in alcuni settori come l’agricoltura oppure quello della sicurezza sul lavoro. Sarà compito della politica fare in modo che sia gestita bene e, soprattutto, nell’interesse collettivo. Per ciò che concerne la transizione ecologica abbiamo bisogno di nuove tecnologie poiché l’intelligenza artificiale le ottimizzerà, facendo in modo che diventino più efficienti con meno interventi da parte umana. L’intelligenza artificiale ci impone diversi interrogativi – rimarca Trevisi – perché non sappiamo dove può arrivare e quali siano le sue reali potenzialità. Ma la ricerca non può essere fermata ed è determinante continuare a investire affinché porti dei miglioramenti alle condizioni di vita delle persone e non venga utilizzata in modo negativo. Noi abbiamo bisogno di maggiore cooperazione internazionale. Le sfide del futuro sono sfide globali che possano portare solo effetti positivi se correttamente indirizzati”.

Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci, commercialista e revisore dei conti dell’Odcec di Bari. “Sentiamo parlare sempre più spesso di intelligenza artificiale, tra timori e speranze, e ci interroghiamo – è la sua riflessione – su come cambierà il nostro modo di vivere e di lavorare alla luce di quella che sembra essere la nuova svolta per l’intera comunità mondiale. Senza alcun dubbio l’intelligenza artificiale può essere utile alla transizione ecologica così come a quella energetica già avviate. A patto, però, che siano chiari gli indirizzi che l’uomo deve essere in grado di impartire in modo che il suo utilizzo sia eticamente corrispondente alle reali necessità di tutti noi. E’ inevitabile che questi cambiamenti avranno riflessi anche nel mondo delle professioni. Motivo per il quale gli ordini professionali già da tempo si sono attivati per formare gli iscritti in modo da essere pronti a supportare le imprese in questi delicati passaggi”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili. “Intelligenza artificiale, questa sconosciuta. Perché – dichiara – è un argomento del quale abbiamo letto ma in realtà è uno strumento che non conosciamo a fondo. Dagli approfondimenti e dagli interventi dei nostri ospiti mi sembra di capire che l’uso dell’intelligenza artificiale potrebbe apportare da un lato numerosi benefici nell’ambito dell’assistenza sanitaria, del trasporto, l’istruzione, l’accesso all’informazione, per la formazione e anche in termini di produttività e rapidità. Tuttavia l’IA ha un grosso aspetto negativo. Secondo l’Ocse è prevedibile la perdita del 14 % dei posti di lavoro e un altro 32% dei lavoratori dovrebbe affrontare cambiamento importanti e sostanziali. Oltretutto l’accumulo di informazioni da parte dello strumento informatico corre il rischio di creare momenti di concorrenza sleale. Il patrimonio informativo dell’intelligenza artificiale – chiosa – è enormemente più grande della persona fisica e con questo dovremo fare tutti i conti“.

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