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Da Napoli in Piemonte per volontà di un giudice, ma Anna vuole solo tornare a casa dalla mamma

Un'altra storia di minori contesi che vede una bambina affidata al padre soffrire per la lontananza dalla mamma e dalla sua città natale, Napoli. Per il legale della madre "si sta distruggendo la vita di una bambina"

Pubblicato:08-05-2023 11:10
Ultimo aggiornamento:08-05-2023 11:10
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biglietti Anna per la mamma
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ROMA – Una separazione dall’ex, denunce per violenza archiviate a cui segue una battaglia legale per l’affidamento della figlia minorenne, che più volte esprime la volontà di stare con la madre e che si trova, ormai da tempo, a vivere con il padre e la nuova compagna, in una città a centinaia di chilometri da dove è cresciuta, dai suoi affetti, dalla sua vita. Il copione è sempre lo stesso e la storia è quella di Anna (nome di fantasia), una bambina nata, cresciuta e serenamente vissuta a Napoli che ora si trova affidata in via esclusiva al padre e trasferita in Piemonte, dove l’uomo vive.

All’epoca del trasferimento forzoso, Anna aveva solo 8 anni. Il tutto, come sempre, per ‘azzerare’ la madre che sarebbe stata ‘ostativa’ alla bigenitorialità. A interessarsi della questione è oggi la deputata del Movimento Cinque Stelle, Stefania Ascari, che sta per depositare un’interrogazione parlamentare sul caso.
Nella precedente legislatura l’ex deputata Veronica Giannone con un esposto al Procuratore Generale della Corte di Cassazione, aveva denunciato il caso: ad Anna, si legge nel documento, sarebbe stata tolta ‘la libertà di vivere serenamente la sua infanzia, di crescere come ogni altro bambino”. Uno dei motivi che hanno portato la deputata ad un esposto è contenuto nell’ultima relazione, da lei visionata quand’era ancora in Parlamento, presentata dalla psicologa nominata per la valutazione della minorenne e dove si legge: “… la bambina manifesta, in modo esplicito, il suo desiderio di rientro presso la casa materna e nel suo ambiente napoletano”. Descrive minuziosamente i racconti e i ricordi positivi di Anna nel contesto campano, i suoi affetti, la sua scuola, i suoi amici. Ma soprattutto evidenzia “… il rischio evolutivo per Anna, che appare alto, e cioè che possa sviluppare dei sintomi, anche gravi, di tipo psicologico o psicosomatico o assumere dei comportamenti disfunzionali come espressione di disagio emotivo…”. “A questi preoccupanti campanelli d’allarme, oltre a tutti quelli passati, non vi è stata alcuna presa di posizione a tutela del benessere psicofisico della bambina, così come indicato dalla stessa professionista nominata dal Tribunale su proposta del padre. Per questo ho relazionato tutto alla Procura Generale, allegando tutta la documentazione disponibile”, dichiara l’ex parlamentare Giannone che è stata di nuovo sentita sul caso.

ANNA FINISCE IN OSPEDALE

Una situazione, quella descritta, che ha portato la bambina, per ben quattro volte, a manifestare il proprio malessere ai medici del Servizio Psichiatrico del pronto Soccorso della città della mamma e della sua attuale residenza. Il 15 luglio 2022 ha detto al personale medico: ‘Voglio restare con mamma e non riesco a stare così tanto tempo lontana da lei”, “Voglio tornare a scuola con i miei amici“, “A casa di papà controllano e registrano tutto quello che dico e faccio e si alterano se non faccio come dicono loro”. Accorate richieste di aiuto rimaste, a quanto risulta, totalmente inascoltate.
‘Nel corso dell’ultima udienza, nonostante ancora una volta tutte le relazioni fossero a mio favore- dice mamma Martina (nome di fantasia) alla Dire- il curatore ha richiesto l’affido superesclusivo al padre’.


LA STORIA

Nel marzo 2019, per tornare agli esordi di questa vicenda, il Tribunale di Napoli aveva disciplinato per la minore un regime di affidamento condiviso con residenza privilegiata presso la madre, regolamentando il diritto di visita del padre. Appena 8 giorni dopo la pubblicazione del provvedimento, però, come si legge nell’esposto presentato da Giannone, il padre di Anna deposita un ricorso lamentando, si legge ancora nell’esposto, “l’ostruzionismo della resistente e l’inottemperanza di alcune parti del provvedimento emesso, appunto, appena 8 giorni prima”. Il ricorso, urgente, viene accolto ma solo 9 mesi dopo, e il provvedimento prevede una serie di cose: “La piccola dovrà restare con il padre nel periodo natalizio (…) dovrà restare con il padre il giorno di Pasqua o il Lunedì dalle 10 alle 20.30; dovrà restare con il padre il giorno della festa del papà, quello del compleanno e quello dell’onomastico del padre dalle 10 alle 20.30 etc). Un ribaltamento a dir poco repentino. Nell’esposto infatti è stato proprio sottolineato come fossero “pochi i giorni passati tra il provvedimento iniziale e il ricorso per inottemperanza” giudicando “poco comprensibile la decisione di accogliere il ricorso tanto da ammonire la signora”.
Seguono altri ricorsi da parte del padre della minore e si arriva alla decisione finale della giudice di concedergli l’affidamento esclusivo con conseguente trasferimento repentino della piccola in Piemonte, contro la volontà della stessa. ‘Ha paura del padre e ha paura che non ci rivedremo più’, ha detto ancora la madre Martina. Un passaggio traumatico che sembra non debba esser alleviato in alcun modo. Il Tribunale di Napoli ha anche rigettato la richiesta di Martina di fornire ad Anna un telefono cellulare proprio. L’unico mezzo eletto è il telefono del padre che, riferisce Martina, ‘registra e manipola le comunicazioni per depositarle in udienza totalmente stravolte, e solo per iscritto, senza alcuna prova periziata, a differenza di quanto preteso per me’.

LA VITA DI ANNA E SUA MAMMA OGGI E I DEBITI PER DIFENDERSI IN TRIBUNALE

Anna e Martina vedono cancellate le loro vacanze insieme a due giorni dalla partenza. ‘Vengono impedite per mesi anche le videochiamate, le telefonate previste vengono sempre spostate di orario. Gli incontri in presenza sono limitati al primo e al terzo weekend del mese. Il secondo dovrebbe essere l’uomo a riportare la bambina dalla mamma, ma non lo fa quasi mai, negli ultimi 7 mesi solo 2 volte’, riferisce ancora Martina.
“Inoltre il quinto weekend non è disciplinato, così come ponti e feste”. Martina è indebitata ormai per oltre 70mila euro, ha chiesto l’anticipo del TFR, è riuscita a sopravvivere tra spese legali, professionisti nominati dal Tribunale (tutti privati) consulenze e altro, grazie anche all’aiuto di amici e parenti. ‘Ma non è una situazione che può andare avanti all’infinito’, dice nel corso dell’intervista.

“Quello che ha subito la minore è, a mio avviso, un’ingiustizia”, è il parere, riportato alla Dire, di A.D., legale della madre. “La minore- ha aggiunto l’avvocato- ha diritto a una fanciullezza spensierata e a un rapporto continuativo, stabile e sereno con entrambi i genitori. Questo provvedimento ha minato tutto questo, facendole vivere traumi che si sono manifestati, purtroppo, in tutto il loro dolore”.
L’avvocata civilista E.C., raggiunta dalla Dire, ha spiegato ‘quanto la condizione della minore contravvenga a tutte le indicazioni date dalla Cassazione sulla bigenitorialità e sul prelevamento dei minori, come insulti tutte le convenzioni internazionali sui diritti umani e dei fanciulli, una condizione che non ha infatti risparmiato la piccola dal trauma della separazione fisica forzosa e di poter sentire la mamma con il contagocce al telefono’.

Stando a quanto riportato dal legale, la stessa minore avrebbe usato frasi come “Non voglio andare da mio padre perché non mi ascolta”, “Voglio restare con mamma e non riesco a stare così tanto tempo lontana da lei”, “Voglio tornare a scuola con i miei amici nella mia città”. E ancora: “A casa di papà controllano e registrano tutto quello che dico e faccio e si alterano se non faccio come dicono loro’.
‘È una situazione non tollerabile- ha commentato ancora A.D.- Quella che viene dipinta come una madre non in grado è, invece, una persona seria ed una onesta lavoratrice che ha sempre rispettato un’ordinanza nonostante la ritenesse ingiusta. Donna che nessuno chiamato in causa dal tribunale o dal curatore ha dichiarato non idonea alla genitorialità. D’altra parte, la stessa ctu a cui era stata sottoposta Anna aveva fatto notare l’opportunità ‘che rimanesse a casa’- ha detto ancora A.D.. Era stata solo la ctp, la consulente di parte, a sostenere che la bambina dovesse stare con il padre. Il giudice ha scelto di ascoltare solo la ctp”.

Qui c’è una ragazzina che era gioiosa e allegra e che sta sprofondando in uno stato di profonda depressione con atti prossimi all’autolesionismo, tanto che adesso è passata da uno psicologo e ad un neuropsichiatra- hanno ribadito i legali- Una minore che non vuole stare a scuola nella nuova città in cui si trova, che non mangia e ha perso peso. C’è una escalation di sofferenza impressionante”, hanno concluso.

La mamma di Anna è preoccupata per lo stato di profonda sofferenza della bambina, testimoniato anche da ‘evidenze, testimoni, referti’. ‘La bambina- ha detto ancora Martina- comincia a manifestare sintomi psicosomatici: ansia, tachicardia, tic, mal di pancia. A scuola siamo stati convocati dai maestri. Vuole tornare dove ha sempre vissuto‘, con la paura addosso che per le sue richieste non le facciano più vedere la mamma. Al punto che si vede costretta a consegnare due bigliettini alle educatrici dei Servizi Sociali che chiede di leggere quando saranno lontane e di consegnare solo al Giudice o a chi può decidere di farla tornare a casa sua’, continua la donna nel suo racconto. Due ‘pizzini‘ nei quali ancora una volta scrive di star male e di voler tornare a casa, e di cui la madre viene a conoscenza per caso tempo dopo. Intanto si va avanti tra provvedimenti provvisori, richieste di PM di audizione della minore, per 3 anni, nonostante tutti i riscontri positivi per la donna, a partire dalla CTU e dalla volontà della bambina. ‘Si sta distruggendo la vita di una bambina e di sua madre, ancora una volta, senza motivo’, concludono gli avvocati. Ieri, domenica sera, Martina era in viaggio, stava tornando da Torino. Ha visto la sua Anna e per ora torna con l’emozione dei momenti insieme e nelle mani altri biglietti d’amore.

(Nelle foto due bigliettini scritti da Anna per sua madre)

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