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Donne. Caso Parretta, legali mamma Villirillo: “Gerace capace di intendere”

"Nessuna infermità mentale quindi per l'assassino di Giuseppe Parretta", hanno ribadito i legali

Pubblicato:08-05-2021 14:42
Ultimo aggiornamento:08-05-2021 14:42
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processo parretta
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ROMA – “Salvatore Gerace è risultato ben conscio di ciò che stava facendo al momento del fatto e delle possibili conseguenze morali e giuridiche della sua azione, lo stesso aveva una percezione non distorta della realtà e la capacità di discernere rettamente il significato ed il valore del proprio comportamento. La Corte ha disposto il rinvio per prossimo 9 luglio per escutere i consulenti di parte”. Lo fanno sapere i legali di mamma Villirillo, Emanuele Procopio e Jessica Tassone, in merito alla terza udienza che si è svolta ieri in Corte di Assise di Appello di Catanzaro, nel processo per l’omicidio di Giuseppe Parretta, il diciottenne assassinato a Crotone da Salvatore Gerace il 13 gennaio 2018.

L’imputato in primo grado è stato condannato all’ergastolo. La mamma coraggio, Catia Villirillo, impegnata nel territorio con l’associazione Libere Donne a tutela delle vittime di violenza e per la legalità era presente, insieme agli altri due figli, durante l’assassinio del primogenito Giuseppe avvenuto proprio nella sede dell’associazione dove mamma Villirillo sta realizzando un ‘muro della memoria’ per tutte le vittime come suo figlio Giuseppe.

“Nessuna infermità mentale quindi per l’assassino di Giuseppe Parretta”, hanno ribadito i legali. Nel corso dell’udienza è stato ascoltato il perito della Corte, Fernando Roccia, che ha riferito sugli accertamenti svolti nei confronti dell’imputato, in particolare il medico legale ha concluso che “a seguito di colloquio clinico è indubbia la sua responsabilità penale”.


Il perito, anche a seguito dei rilievi mossi dall’avvocato Danilo Tipo che difende l’imputato, ha confermato le sue conclusioni, specificando alla Corte che date le rilevanti risultanze cliniche emerse non ha ritenuto utile sottoporre il Gerace ad ulteriori accertamenti. La difesa dell’imputato è stata autorizzata ad effettuare tramite il proprio consulente, Nicola Pangallo, i test psicologici all’imputato.

Su espressa richiesta dell’avvocato Emanuele Procopio alla somministrazione di detti test è stato autorizzato a partecipare anche il consulente della parte civile MaNicotera, decano della psichiatria calabrese. “Nonostante l’evidenza della prova- ribadiscono i legali- per la conclusione di questo processo occorre ancora attendere“.
In aula per quest’ultima udienza era presente la sorella di Giuseppe, Benedetta Parretta (nella foto), e per la prima volta non ha partecipato sua mamma, provata anche dal recente ictus che l’ha colpita e dalle ultime udienze.

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