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Ndrangheta, confisca da 25 milioni di euro a medico reggino

La figura criminale del medico era, tra l'altro, emersa nell'ambito delle operazioni contro la 'ndrangheta Sansone e Meta e in diversi procedimenti penali

Pubblicato:08-05-2020 17:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:17
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REGGIO CALABRIA – Ammonta a circa 25 milioni di euro il patrimonio confiscato dalla guardia di finanza di Reggio Calabria ad un medico reggino, Francesco Cellini, ritenuto contiguo alla ‘ndrangheta. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta del procuratore aggiunto Calogero Federico Paci e dal sostituto procuratore Walter Ignazitto. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica Dda diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri.

La figura criminale del medico era, tra l’altro, emersa nell’ambito delle operazioni contro la ‘ndrangheta Sansone e Meta e in diversi procedimenti penali scaturiti da contestazioni fiscali/tributarie originati dagli esiti di plurime attività di verifica ai fini delle imposte dirette, svolte dalla Guardia di Finanza reggina, tra il 2002 e il 2011. In tale contesto, si inseriscono anche le dichiarazioni rese da più collaboratori di giustizia che certificano collegamenti tra il medico e la ‘ndrangheta risalenti già ai primi anni novanta, allorquando avrebbe effettuato prestazioni sanitarie a diversi latitanti, ricercati dalle Forze dell’ordine.

Le investigazioni a carattere economico/patrimoniali hanno consentito di ricostruire il complesso dei beni di cui il medico e il suo nucleo familiare sono risultati poter disporre, direttamente o indirettamente nell’ultimo trentennio. È stata accertata la sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale, motivo per il quale, nel 2018, la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della citata Dda, aveva disposto la misura cautelare del sequestro sull’ingente patrimonio accumulato dal medico, costituito, tra l’altro dalle società “Anphora S.c.a.r.l.” (che gestiva la nota clinica Nova Salus), “Nuova Anphora s.r.l.” e “Nuova Salus s.r.l. in liquidazione”, operanti a Villa San Giovanni (Reggio Calabria) nel settore sanitario-riabilitativo, affidandone la gestione ad amministratori giudiziari. 


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