NEWS:

Trentino, gli animalisti: “Fugatti vuole massacrare 50 orsi, la sua è una guerra personale”

Dopo il caso del runner ucciso da un orso in Trentino, l'Enpa attacca il presidente della Provincia di Trento: "Non ha fatto nulla per la prevenzione e ora vuole solo massacrare gli orsi"

Pubblicato:08-04-2023 13:39
Ultimo aggiornamento:10-04-2023 13:14
Autore:

orso
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Fugatti finalmente getta la maschera. Il suo obiettivo non è quello di garantire la sicurezza dei cittadini ma di sterminare gli orsi del Trentino, usando come pretesto la tragica morte del runner 26enne. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente della Provincia Autonoma di Trento che ieri in una conferenza stampa ha detto di voler non solo autorizzare l’uccisione dell’orso coinvolto nella morte del 26enne e di altri tre esemplari (non è dato comprendere a quale titolo) ma di massacrare la popolazione ursina del trentino, uccidendone 50 esemplari fino a dimezzarla”. Così l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa).

LEGGI ANCHE: Runner morto in Trentino, l’autopsia conferma: era vivo quando ha incontrato l’orso

L’ENAP PRONTO A FARE RICORSO

L’ufficio legale dell’associazione “segue con estrema preoccupazione l’evoluzione della vicenda ed è pronto a ricorrere in sede giudiziaria contro ogni decisione che possa violare la legalità”, inoltre “sta valutando azioni contro quei sindaci che non avessero adottato e che dovessero continuare a non adottare tutte le misure di prevenzione necessarie”.


“QUELLA DI FUGATTI È UNA GUERRA PERSONALE CONTRO GLI ORSI”

“Il pogrom di Fugatti contro i plantigradi non ha nulla a che vedere con la prevenzione e rappresenta un’offesa alla memoria di Andrea Papi, per la cui scomparsa rinnoviamo il nostro cordoglio e la nostra solidarietà ai familiari. È l’ultimo tassello di una guerra personalissima che- spiega l’Ente Nazionale Protezione Animali- risale almeno al 2011 quando l’esponente leghista cercò di organizzare senza successo un banchetto a base di carne di orso”. Ma questa guerra, secondo Enpa, ha anche la funzione di occultare le gravissime omissioni di cui da almeno un quindicennio si è resa responsabile la Provincia autonoma di Trento, che ben poco ha fatto per informare la popolazione sulle regole per una corretta convivenza con gli orsi e con le altre specie selvatiche”.

LEGGI ANCHE: Orsi in Trentino, Legambiente: “no alla caccia alle streghe, serve tavolo col ministero”

Per l’associazione “fin dal lontano 2010, quando la Provincia era governata da Dellai, Enpa ha più volte proposto di organizzare iniziative di formazione, partendo dalle scuole e offrendo la propria disponibilità ad una piena collaborazione”. Dalle istituzioni “Enpa non ha avuto alcuna risposta”. L’associazione inoltre “non ha mai smesso di sollecitare le istituzioni provinciali e nazionali, affinché adottassero quei metodi di prevenzione che il mondo scientifico e l’esperienza condotta anche all’estero hanno dimostrato essere davvero efficaci per evitare situazioni conflittuali tra animali e attività antropiche“. In alcuni Paesi, ricorda l’associazione, “le zone frequentate dagli orsi sono dotate di campanacci che, distribuiti lungo il territorio, spaventano i plantigradi tenendoli a distanza dall’uomo”.

LEGGI ANCHE: Orso fuggitivo M49, l’appello del ministro Costa: “Non uccidetelo”

“A TRENTO NON È STATO APPLICATO ALCUN SISTEMA DI PREVENZIONE”

In questo senso, “la Provincia di Trento ha delle chiare responsabilità politiche per i fatti di Caldes, nella misura non sono stati applicati tutti quei sistemi di prevenzione che avrebbero potuto evitare questa tragedia. Con il suo furore ursicida Fugatti continua a reiterare la sua politica di omissioni e rancori personali“, conclude Enpa che lancia una sfida al Presidente della Provincia: “Ove mai la PAT intendesse correggere i suoi errori, siamo pronti a fare la nostra parte e a collaborare fattivamente per la sicurezza di tutti, uomini e animali”.

LEGGI ANCHE: VIDEO | Scalatore attaccato da un orso in Giappone, il video choc

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it