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Aereo tedesco della seconda guerra mondiale ritrovato nelle acque di Siracusa

Tra gli elementi ritrovati un motore aeronautico Junker Jumo 211 e un portello in alluminio con un oblò circolare d'ispezione in vetro del vano motore, caratteristica unica del modello Junker Ju-88

Pubblicato:08-04-2021 19:46
Ultimo aggiornamento:08-04-2021 19:46
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aereo tedesco seconda guerra mondiale_siracusa
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PALERMO – Un aereo tedesco Junker Ju-88 della seconda guerra mondiale è stato ritrovato dalla Soprintendenza del mare della Regione Siciliana, su segnalazione di un diving, a circa 1,5 miglia dalla costa nelle acque di Ognina-Siracusa. Il velivolo, che si presenta molto frammentato, mostra diverse parti di alluminio sparse su un ampio areale, segno di un violento impatto o di un’esplosione in volo. Tra gli elementi ritrovati un motore aeronautico Junker Jumo 211 e un portello in alluminio con un oblò circolare d’ispezione in vetro del vano motore, caratteristica questa di un solo modello Junker.

“Questi elementi identificano con ragionevole certezza il relitto di un bimotore bombardiere multiruolo Junker Ju-88”, spiega una nota dell’assessorato regionale ai beni culturali. Il relitto è stato individuato da Fabio Portella, titolare del Diving ‘Capo Murro’ di Siracusa. “Questo ritrovamento – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà – insieme con quello avvenuto tempo fa di un identico velivolo nelle acque antistanti capo S.Elia ad Augusta, assume un carattere particolarmente importante come testimonianza delle operazioni aeronavali dello sbarco alleato in Sicilia (Operazione Husky) che videro l’ottava Armata inglese e l’aviazione dell’Asse impegnate nell’area di Siracusa. Si tratta di testimonianze importanti, che contribuiscono a ricostruire gli scenari di cui la Sicilia fu protagonista durante la seconda guerra mondiale”.

“Il rinvenimento dell’aereo militare – spiega Valeria Li Vigni, soprintendente del mare – mette in luce il profondo interesse della Regione per la ricerca sottomarina e al contempo evidenzia la grande collaborazione esistente con i diving, nella costante ricerca e tutela del nostro mare, che, in questo caso, ci offre un ulteriore tassello del mosaico della cultura, questa volta orientato a ricostruire gli scenari di una storia a noi più vicina”.


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