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Per affrontare la quarantena nasce ‘Coralli’: otto donne e un diario ispirato a Cesare Pavese

Un collettivo tutto al femminile nato lo scorso dicembre da un'idea di Maura Pettorruso, drammaturga, regista e attrice

Pubblicato:08-04-2020 13:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:06
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Immagine di copertina realizzata da Elisa Vinciguerra

ROMA – Otto donne ed un diario corale per affrontare la quarantena tra le Alpi di Trento. E’ ‘Coralli’, un collettivo tutto al femminile nato lo scorso dicembre da un’idea di Maura Pettorruso, drammaturga, regista e attrice. 


“Mesi fa mi sono imbattuta nel diario autobiografico di Cesare Pavese, ‘Il mestiere di vivere’, e mi sono detta che sarebbe stato interessante costruirci qualcosa- racconta la fondatrice all’agenzia Dire- Poco tempo dopo mi e’ capitato tra le mani un libro sulle Keeling, isole coralline scoperte da Charles Darwin nell’oceano Pacifico. L’immagine di un’isola fatta interamente di Coralli mi colpi’ rispetto alla fragilita’ del corallo preso singolarmente in confronto alla sua resistenza quando si unisce ad altri, peraltro sacrificando se stesso per diventare materiale costruttivo. Ecco che quindi nella mia testa scatta il meccanismo: voglio pensare al mestiere di vivere al femminile e per farlo ho bisogno di un gruppo di donne che come la barriera puo’ resistere e ricreare“. 

Ma il diario ispiratore e’ quello di un uomo, sottolineiamo a Maura: “Si’, e’ a Pavese che dobbiamo il nostro inizio, ed e’ importante per noi dire che non vogliamo escludere gli uomini, anzi. Speriamo un giorno che questo nostro percorso, che parte da una domanda aperta sul femminile, si allarghi a tutti e che la nostra barriera corallina si espanda ovunque”. Intanto pero’ il progetto cresce sulle gambe di otto donne con storie umane e professionali diverse ma con un tratto fondamentale in comune: la passione per la scrittura e la voglia di esprimere i propri pensieri in un diario da condividere. 

Diari che, prima della quarantena, Maura, Manuela, Masha, Susanna, Federica, Serena, Elda e Sara si leggevano ad alta voce, una volta a settimana, a casa di una “coralla”, come si chiamano tra di loro: “Ora ovviamente e’ cambiato il nostro modo di condividere– prosegue la fondatrice del collettivo- Ci troviamo due volte a settimana su skype. Inizialmente farlo online e’ stato difficile, come difficile e’ stato cominciare in presenza, perche’ sono pagine personali. Ore e ore di chiacchiere ma anche di lacrime“. Tuttavia il personale puo’ diventare pubblico, rimaneggiando uno storico detto femminista: “Ci siamo accorte che dai nostri vissuti emergono argomenti che risuonano, domande che forse possono essere di altre donne e di altre persone”. L’indagine puo’ allora essere estesa e da qui nasce l’idea di rilanciare su facebook le domande contenute nei diari. Non le confessioni piu’ intime, bensi’ diari speciali saranno pubblicati proprio da questa settimana.

“Condivideremo le pagine del nostro diario collettivo per dare una voce multipla a questa vita affacciata alle finestre. È il nostro racconto dell’epoca del covid-19“. Le otto “argonaute” – altro modo di ribattezzarsi di questo gruppo che come una ciurma compatta prende solo decisioni all’unanimita’ – hanno infatti pensato di incrociare le proprie vite con le storie di otto “esploratrici, donne famose, del presente e del passato, che ancora non vogliamo svelare- spiega Pettorruso- Si tratta perlopiu’ di scrittrici, giornaliste, fotografe e artiste che attraverso la scrittura o l’immagine hanno raccontato una visione del mondo in cui erano immerse. Sono figure con cui condividiamo alcuni grandi quesiti sul rapporto coi genitori, sul tempo, sul senso di responsabilita’ e di inadeguatezza, ad esempio, e questo corrisponde esattamente a cio’ che vogliamo fare noi coralle: immaginare di fare un viaggio insieme, su un’unica nave, con cui andare alla ricerca di un’isola dove fondare una comunita’ fatta di regole diverse“. Non si esaurisce qui, comunque, il percorso delle coralle. 

Le domande che emergono dal confronto sono alla base di un gioco di societa’ che il gruppo avrebbe voluto lanciare proprio in queste settimane: “L’idea era di incontrarci in un bar di Trento. Otto tavoli per otto donne per otto quesiti e da qui avviare un dibattito che potesse arrivare a un livello di profondita’ maggiore rispetto al tipo di comunicazione a cui si e’ abituati. Ora, ovviamente, stiamo studiando come convertirlo al meglio; i diari per noi sono diventati un importante elemento di sopravvivenza e lo sono ancora di piu’ in quarantena. Non vogliamo interromperci per via del coronavirus”. 

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