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Mondoreligioni, premiati i testimoni Yazida e Ahmaddiya

Del Re: "Contribuiscono a far risuonare la melodia dell'umanità"

Pubblicato:08-04-2019 12:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:20

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ROMA – Un pentagramma musicale con i simboli delle religioni del mondo al posto delle note, a far risuonare l’Inno alla gioia di Beethoven: e’ il logo scelto per un festival che a Roma, all’Istituto San Gallicano, e’ stato animato da dibattiti e incontri sotto il segno della conoscenza e del dialogo.A ideare e promuovere l’appuntamento, Mondoreligioni, giunto alla seconda edizione e sostenuto dall’Associazione italiana di sociologia, e’ stato il viceministro degli Esteri Emanuela Claudia Del Re. “Tengo – ha detto in apertura Del Re – a che questo tipo di evento risuoni nel mondo, in un’ottica italiana ed europea”.A segnare i lavori la partecipazione degli studenti di alcune scuole superiori di Roma. E di conoscenza necessaria e di lotta ai pregiudizi ha detto Raisa Labaran, 27 anni, bresciana e afroitaliana, animatrice dell’associazione Giovani musulmani d’Italia.

“I giovani musulmani, che sono cittadini italiani e che frequentano le scuole italiane, cercano ogni giorno di andare contro informazioni scorrette e pregiudizi” ha sottolineato Labaran. “Le scuole hanno un ruolo importantissimo nell’integrazione, nell’inclusione e nel cercare di creare ponti, con l’obiettivo della convivenza e della pace”.Secondo Andrea Bixio, professore di sociologia dell’Universita’ La Sapienza, bisogna combattere ogni strumentalizzazione delle religioni. “Sono un luogo nel quale gli uomini si confrontano sulle cose piu’ importanti della loro vita” ha sottolineato il docente. “Non riguardano il potere o la ricchezza ma cio’ che li accomuna, vale a dire il loro destino”.A partecipare al festival associazioni cristiane, musulmane, buddiste, induiste o ebraiche, ma anche rappresentanti delle comunita’ yazida o ahmaddiya.Il focus e’ stato posto su situazioni e Paesi differenti, dall’Asia all’Africa.


Del rischio di ricostruzioni anche giornalistiche errate ha avvertito Herman Pounekrozou, dell’associazione Le Reseau, facendo riferimento al suo Paese d’origine, la Repubblica Centrafricana: “La causa principale della crisi non sono state le religioni, come pure e’ stato raccontato, quanto piuttosto le lotte per il potere”. Secondo Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del Parlamento europeo, pure ospite del festival, oggi tanti giovani sono pronti a rompere le barriere dell’indifferenza, della superficialita’ e dell’odio, per passare a una cultura dell’integrazione e dell’accettazione della diversita’”. Un segnale e’ arrivato ieri sera, nell’ultima giornata del festival, con la consegna dei Mondoreligioni Awards: il riconoscimento e’ andato all’esponente yazida Pir Xidir Suleiman e a Khola Maryam Hubsch, rappresentante della comunita’ ahmaddiya. Entrambi, ha commentato Del Re, “hanno contribuito a far risuonare la melodia dell’umanita’ nel mondo”.

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