NEWS:

Tg Sanità, edizione del 8 aprile 2019

https://www.youtube.com/watch?v=RpY51wB9ziY&feature=youtu.be NEONATO MORTO DOPO CIRCONCISIONE CLANDESTINA, È ALLARME Sono 5 mila le circoncisioni rituali in Italia e il 35% sono clandestine. Sono

Pubblicato:08-04-2019 09:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:19
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

NEONATO MORTO DOPO CIRCONCISIONE CLANDESTINA, È ALLARME

Sono 5 mila le circoncisioni rituali in Italia e il 35% sono clandestine. Sono i numeri di un fenomeno che sta diventando un’urgenza, soprattutto dopo l’ennesima morte di un bambino, questa volta a Genova, vittima di un intervento ‘fai da te’, il terzo in pochi mesi. Il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli ha parlato di “situazione drammatica” e ha avanzato la proposta di “poter effettuare questo intervento chirurgico a carico del Servizio sanitario nazionale, inserendolo nei Lea e pagando un ticket”. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha sottolineato la necessità di un “confronto con le autorità religiose e di individuare un protocollo di sicurezza”.


VACCINI, G. GRILLO CONFERMA: SUPERARE OBBLIGO LORENZIN

“Gli emendamenti si possono ritirare, ci possono essere pareri favorevoli o contrari, riformulazioni. Si vedrà. Siamo ancora al primo passaggio al Senato”. Con queste parole il ministro dell Salute, Giulia Grillo, ha commentato l’emendamento M5s-Lega in discussione in commissione Sanità al Senato che vorrebbe cancellare l’obbligo della certificazione vaccinale per iscriversi ad asili nido e scuole materne. L’obbligo, ha precisato, “va bene solo nei casi di emergenza sanitaria o laddove ci siano importanti cali della copertura”. La modalità della “raccomandazione- ha ribadito il ministro- rimane quindi preferibile” e resta l’obiettivo di “superare il decreto Lorenzin, come da piano”. Sentiamola nel suo intervento a ‘Cofee break’ su La 7.

A ROMA ANESTESISTI RIANIMATORI RIUNITI PER SICUREZZA PAZIENTI

Sicurezza, qualità, organizzazione del lavoro e problematiche medico-legali. Tutto questo è stato SAQURE, il meeting formativo organizzato a Roma per il secondo anno dall’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi Emac). Scopo del meeting fare il punto sulle garanzia di sicurezza dell’operato medico per lavorare in tranquillità e scongiurare il cosiddetto ‘errore latente’- quello connesso all’organizzazione- a partire dall’impatto che la legge Gelli-Bianco ha avuto sulla professione. Ha parlato di necessaria sinergia “tra i ministeri dell’Istruzione e della Salute” il presidente nazionale di Aaroi Emac, Alessandro Vergallo,”altrimenti- ha detto- qualsiasi altra soluzione sarebbe una toppa”. Ascoltiamo Franco Marinangeli, responsabile scientifico del meeting.

FRANCIA RITIRA UN TIPO DI PROTESI AL SENO: RISCHIO RARO DI TUMORE

L’agenzia sanitaria francese per la sicurezza dei prodotti medici (Ansm) ha deciso, “come misura precauzionale”, di ritirare dal mercato alcuni impianti di protesi mammarie macrotesturizzate e alcuni impianti mammari dalla superficie ricoperta da poliuretano, per il rischio “raro ma grave” di insorgenza di un cancro, il linfoma anaplastico a grandi cellule. Al tempo stesso, l’Ansm non ha raccomandato l’espianto preventivo per le donne che già portano questo tipo di protesi. In Italia, negli ultimi otto anni sono stati 41 i casi segnalati di linfoma. Nel mondo si contano 800 casi su 10-35 milioni di pazienti impiantati. Quelle vietate in Francia rappresentano il 95% delle protesi impiantate in Italia: il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha richiesto un parere urgente al Consiglio superiore di sanità.

CONVEGNO AL SENATO SU FIBROSI CISTICA: PAZIENTI E NUOVE SFIDE

Colpisce circa 7 mila pazienti, 300 nuovi casi l’anno e il 55% sono adulti. Sono i numeri della fibrosi cistica sui quali è stato promosso il convegno che si è tenuto al Senato ‘25 anni di tutele e diritti dalla Legge 548/93’ organizzato dalla senatrice Paola Binetti, in collaborazione con Lega Italiana Fibrosi Cistica, per riflettere sulla condizione delle persone affette da questa patologia. È cambiata la qualità di vita di questi pazienti e la loro sopravvivenza. Tra il 1988 e il 1991, infatti, l’età di sopravvivenza si attestava sui 14,7 anni; oggi si raggiungono agevolmente i 40 anni. L’Italia in questo senso rappresenta un’avanguardia perché è stata tra i primi Paesi a creare dei centri specializzati grazie alla Legge 548/93. Ascoltiamo la senatrice Binetti

:

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it