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Dopo la protesta dei familiari delle vittime di Cutro, bloccato il trasferimento delle salme a Bologna

Intanto sono stai identificati altri due scafisti, si tratta di cittadini di nazionalità turca

Pubblicato:08-03-2023 13:56
Ultimo aggiornamento:09-03-2023 11:32
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REGGIO CALABRIA – È stato bloccato il provvedimento di trasferimento delle salme di migranti morti nel naufragio di Steccato di Cutro, dal Palamilone di Crotone al cimitero di fede islamica di Bologna. La decisione, secondo quanto appreso dalla Dire da fonti comunali, è stata comunicata nel pomeriggio dal sindaco pitagorico Vincenzo Voce ai familiari delle vittime che stamane hanno manifestato il loro disappunto sulla decisione del ministero dell’Interno. Il primo cittadino ha fatto da portavoce tra la Prefettura e i familiari, precisando loro che al momento le salme dei migranti di nazionalità Afghana resteranno a Crotone, in attesa che si completi l’iter burocratico per il ritorno in patria. Contestualmente il Comune di Crotone, con fondi propri, garantirà, secondo quanto stabilito con i parenti, il trasferimento di cinque salme in Germania e due in Iran. Eventuali trasferimenti temporanei al cimitero di Bologna saranno autorizzati solo tramite il consenso dei familiari. In una fase successiva, per le salme non riconosciute e per le altre, resta la disponibilità da parte dei Comuni della provincia di Crotone ad accoglierle nei rispettivi cimiteri per la sepoltura.

LA PROTESTA DAVANTI AL PALASPORT DI CROTONE

Questa mattina davanti il palasport di Crotone ha avuto luogo la protesta di un gruppo di familiari di migranti vittime del naufragio del 26 febbraio a Steccato di Cutro contro il trasferimento delle salme per la sepoltura al cimitero islamico di Bologna. Come riportato da La Provincia Kr i manifestanti hanno rivendicato “giustizia e verità”, tenendo in mano le foto dei propri cari deceduti in mare.

Le salme vanno consegnate ai loro cari e portate dove vogliono loro, invece vogliono portarle a Bologna per una sepoltura al cimitero islamico, ma i familiari non vogliono”, ha dichiarato un cittadino curdo intervenendo a nome dei familiari delle vittime nel corso del sit-in. “Il Presidente Mattarella aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per una degna sepoltura a queste persone che hanno perso la vita– aggiunge -. Noi staremo qui fino – conclude – a quando non consegnano le salme ai familiari”.


ARRESTATI ALTRI DUE PRESUNTI SCAFISTI DEL NAUFRAGIO DI CUTRO

La squadra mobile della polizia e la sezione operativa navale della guardia di finanza hanno individuato altri due presunti scafisti responsabili del naufragio avvenuto nelle acque di Steccato di Cutro (Crotone). Si tratta di due cittadini di nazionalità turca. Nel corso dei sopralluoghi effettuati sul luogo del naufragio sono stati trovati alcuni stralci di un documento riconducibile ad un cittadino di origine turca. Grazie ad alcune informazioni rese dai superstiti, diversi testimoni hanno riconosciuto nel turco raffigurato sul documento lo scafista che si alternava con gli altri alla guida dell’imbarcazione, riparando in alcuni casi i guasti meccanici ai motori del natante durante la navigazione.

Successivamente sono scattate le ricerche in ambito nazionale ed internazionale. Il 3 marzo scorso la polizia austriaca, nel corso di un controllo di polizia, ha fermato il cittadino turco in quanto sprovvisto di documenti d’identità; una volta identificato, dal controllo del nominativo nella banca dati SIS II, è emerso l’inserimento fatto dalle forze dell’ordine. L’indagato è stato fermato in esecuzione del mandato di arresto europeo adottato dal Tribunale di Crotone su richiesta dell’Ufficio della locale Procura, e si trova attualmente in un centro di detenzione in Austria, in attesa dell’iter di consegna italiana. È stato inoltre identificato, riconosciuto tra i naufraghi, un altro scafista di nazionalità turca di circa 30 anni.

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