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A Reggio Emilia un servizio per le vittime di ‘truffe affettive’

Lo lancia la cooperativa Papa Giovanni XXII, aiuterà anche i famigliari

Pubblicato:08-03-2022 18:18
Ultimo aggiornamento:08-03-2022 18:20

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REGGIO EMILIA – L’azzeramento delle relazioni sociali a causa della pandemia ha partorito anche un nuovo “mostro”. È quello delle cosiddette “truffe affettive“, (“romance scam”) che fanno leva sul bisogno di affettività ricercata in rete da donne (ma anche uomini) adulti. Si tratta di raggiri spesso orchestrati da veri e propri gruppi criminali internazionali, che adescano le vittime sui siti di appuntamento o social network e, con profili falsi, si spacciano per la loro “anima gemella”, finendo poi per estorcere loro denaro. Un fenomeno che a volte sfocia anche nel reato di furto di identità e che due anni di covid ha molto acuito.

Secondo i dati del centro nazionale anticrimine della Polizia postale, infatti, nel 2021 in Italia le truffe affettive hanno coinvolto centinaia di persone a cui sono stati sottratti 4,5 milioni oltre che mesi o anni di tormenti amorosi e danni psicologici. L’aumento è stato del 118% rispetto al 2020. Per queste persone e i loro familiari, a Reggio Emilia è nato un nuovo servizio di aiuto (“Non È amore”) realizzato dalla cooperativa sociale Papa Giovanni XIII che, dopo 45 anni di attività di contrasto alle dipendenze da sostanze e 20 contro il gioco d’azzardo, ha già attivato anche uno sportello di consulenza per gli “uomini maltrattanti”.

Il progetto, realizzato grazie alla Fondazione Manodori di Reggio, vede come parte in causa anche la Questura perché l’obiettivo è anche quello di portare i truffatori allo scoperto e cercare canali per perseguirli. “Le persone a maggior rischio di essere vittimizzate sono di sesso femminile, di mezza età, con un livello elevato di istruzione, con tratti di impulsività e predisposizione alle dipendenze”, spiega il presidente della cooperativa Fabio Salati.


“Quest’ultimo aspetto, quello della dipendenza, dal mio punto di vista può emergere in maniera preponderante nella fase acuta dell’innamoramento e pensiamo di riuscire a portare la nostra esperienza nella gestione di queste dinamiche a noi storicamente molto conosciute”, aggiunge Salati. Claire Becchimanzi, referente per i colloqui con le persone che chiederanno aiuto, chiarisce che “si cercherà di dare ascolto, supporto emotivo e pratico alle vittime dirette di questa violenza affettiva, perché di violenza si tratta, tant’è che viene definito ‘stupro emotivo’, una violenza da cui si esce con estrema fatica e nella quale spesso ci sono anche delle ricadute”.

Altre vittime trasversali poi “sono i parenti che vivono il disagio economico, pratico e la sofferenza di essere impotenti di fronte alla perdita fisica e relazionale del proprio parente che tende a isolarsi e non condividere più nulla.”

Lara Bianchini, psicologa e psicoterapeuta della cooperativa Papa Giovanni, seguirà i casi che necessiteranno di un percorso più terapeutico: “Una volta che la truffa viene scoperta- dice- c’è l’instaurarsi di un forte senso di colpa che rende difficile chiedere aiuto”.
Anche per questo “abbiamo pensato di mettere insieme diverse professionalità e creare sia percorsi individuali che di gruppo incentivando il confronto e la condivisione che sono venuti meno durante l’esperienza traumatica”, conclude la psicologa.

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