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Ucraina, Kiev denuncia bombe russe sui corridoi umanitari: “300mila civili bloccati a Mariupol”

Oltre 2 milioni gli ucraini già fuggiti dal Paese. Nessun progresso significativo dai negoziati di ieri tra Kiev e Mosca, continuano le violenze e gli scontri

Pubblicato:08-03-2022 11:33
Ultimo aggiornamento:09-03-2022 11:47

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ROMA – Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha accusato l’esercito russo di aver violato il cessate il fuoco a Mariupol, bombardando il corridoio umanitario di Zaporizhzhia che dovrebbe permettere ai civili di lasciare in sicurezza la città meridionale che affaccia sul mar nero. Il ministro ha pertanto fatto appello alla comunità internazionale affinché garantisca l’evacuazione della popolazione.

Il cessate il fuoco e i corridoi umanitari sono attivi da stamani per cinque città del Paese (Kiev, Kharkiv, Mariupol, Chernihiv e Sumy), come stabilito nel corso dei negoziati di ieri in Bielorussia tra la delegazione russa ed ucraina. Come ha denunciato il presidente Volodymyr Zelenksy, la popolazione di Mariupol – che conta circa 300mila abitanti – non solo è esposta al rischio degli attacchi ma è rimasta senza riscaldamenti, comunicazioni telefoniche, acqua, farmaci e altre forniture mediche.

Stando a quanto riferisce la testata locale Kkrinform.net, nel suo discorso alla nazione il presidente ha inoltre denunciato che “per la prima volta dai tempi della seconda guerra mondiale”, a Mariupol “un bambino ieri è morto di sete”. La città “pacifica e laboriosa”, ha denunciato ancora il capo dello Stato, “è stata circondata e bloccata” dalle forze armate russe, che hanno “deliberatamente torturato” la popolazione “interrompendo le comunicazioni, l’approvvigionamento alimentare, idrico e dell’elettricità”.


Almeno 41 minori hanno perso la vita da quando la Russia ha lanciato un’operazione militare contro l’Ucraina il 24 febbraio scorso, stando a quanto riferisce il governo di Kiev.

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A CHE PUNTO SONO I NEGOZIATI

I negoziati di ieri non hanno raggiunto altri progressi significativi, ed entrambe le delegazioni hanno espresso insoddisfazione. Il portavoce di quella del Cremlino, Vladimir Medinsky, ha detto che “non si tratta di un lavoro semplice” aggiungendo che la quarta tappa dei colloqui verrà organizzata “molto presto”. Medinsky, come riporta l’agenzia russa Tass, ha ribadito inoltre che la Russia auspica di trovare una soluzione attraverso il riconoscimento delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk e della sovranità russa sulla Crimea da parte di Kiev. Un passo definito “impossibile” dalla controparte, secondo quanto ha detto il portavoce russo.

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LA SITUAZIONE NELLE CITTÀ UCRAINE

Al tredicesimo giorno di combattimenti, non si placano intanto le violenze nel Paese: il governo di Kiev accusa Mosca di bombardare città densamente abitate come Chernihiv, a nord della capitale, e Mykolaiv, nel sud non lontano dal mar Nero. Nella città portuale di Odessa l’esercito si sta preparando a un’offensiva russa che potrebbe arrivare sia via mare che via terra, da est. L’esercito ucraino fa sapere di aver ucciso un generale russo, il secondo dall’inizio delle ostilità, nel corso dei combattimenti a Kharkiv, e che in totale ha neutralizzato 12mila soldati russi. Il quotidiano Guardian riferisce che il militare in questione è il general maggiore Vitaly Gerasimov, che avrebbe preso parte alle operazioni militari anche in Cecenia, Crimea e Siria.

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CONTINUA L’ESODO: OLTRE 2 MILIONI HANNO LASCIATO L’UCRAINA

Nel tentativo di cercare sostegno internazionale, stamani, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha avuto un colloquio con la sua omologa britannica, Liz Truss, al termine del quale ha fatto sapere in un tweet di aver discusso di “misure pratiche per rafforzare ulteriormente le capacità di difesa dell’Ucraina. Ho sottolineato l’urgente necessità di imporre nuove sanzioni alla Russia per i suoi continui barbari crimini di guerra in Ucraina. Siamo grati al Regno Unito per essere al fianco dell’Ucraina in questo momento critico”, ha aggiunto Kuleba. Quest’oggi, il premier britannico Boris Johnson riceverà a Londra i rappresentanti del Gruppo di Visegrad – ossia Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca -, gli Stati più prossimi all’Ucraina che stanno anche accogliendo i profughi. Stamani Filippo Grandi, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), ha annunciato che già due milioni di persone hanno lasciato il Paese per sfuggire alle violenze. In Italia sono oltre 14mila i profughi arrivati dall’Ucraina.

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