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Quei bambini in fuga senza cibo nè acqua: ogni giorno alla frontiera tra le 300 e le 600 persone

In quattro giorni gli operatori di Save the Children e Unicef al valico Fernetti sono entrati in contatto con circa 1600 persone

Pubblicato:08-03-2022 12:37
Ultimo aggiornamento:08-03-2022 14:55
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ROMA – Migliaia di persone stanno fuggendo dall’Ucraina e arrivando in Italia attraverso la frontiera nord, al Valico Fernetti, nei pressi di Trieste. Sono persone provate da quello che hanno vissuto negli ultimi giorni, a causa di un conflitto che ha distrutto le loro vite e il flusso degli arrivi è in costante aumento. Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, e Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, sono impegnate nella risposta immediata ai bisogni essenziali di bambine, bambini e adolescenti e delle loro famiglie in arrivo al valico Fernetti e in quattro giorni sono entrati in contatto con circa 1600 persone. Gli operatori, in coordinamento con le altre organizzazioni presenti, distribuiscono beni di prima necessità come kit invernali e kit per l’igiene (pannolini, salviette detergenti, assorbenti igienici), sensibilizzano sulla prevenzione sanitaria, fornendo anche mascherine FFP2 e gel igienizzante, oltre a cibo e acqua. La presenza di mediatori culturali consente inoltre di dare sostegno e affrontare le situazioni più difficili.

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OGNI GIORNO TRA LE 300 E LE 600 PERSONE

Gli operatori presenti al valico hanno riferito che, negli ultimi quattro giorni, hanno assistito all’ingresso di vari autobus, van e automobili, e che il numero di persone con cui sono entrati in contatto quotidianamente nelle ore diurne varia tra le 300 e le 600, a cui si sommano quelli che transitano durante la notte. La grande maggioranza sono donne, bambini e anziani e i numeri aumentano di giorno in giorno. I bambini in particolare rappresentano almeno il 40% del totale. Giovedì scorso, in un solo autobus, a fronte di 60 persone a bordo, 42 erano minori. Una bambina arrivata domenica 6 marzo aveva appena un mese di vita.


I bambini e le bambine ricevono anche giochi e album da disegno, perché in un contesto così difficile, il gioco e l’espressività sono fondamentali per mantenere viva la dimensione della loro infanzia e non essere sopraffatti dalle paure degli adulti. Gli operatori presenti in frontiera, ci hanno riferito che a volte basta a volte un gioco, un album e dei colori, per rubare loro un sorriso, che automaticamente si traduce in un po’ di serenità per le loro madri.

“POTREBBE ESSERE LA PIÙ GRAVE CRISI UMANITARIA DEGLI ULTIMI ANNI”

“I bambini sono stremati dopo un viaggio lungo e difficile e hanno nei loro occhi la paura per quello che hanno visto- ha commentato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children-. Le loro mamme sono in molti casi schiacciate dal senso di responsabilità nei confronti dei figli e dalla angoscia per i familiari rimasti in patria. Oggi è fondamentale che il nostro Paese e l’Europa tutta si mobilitino per garantire ai bambini, le bambine e adolescenti e alle loro famiglie che scappano dal conflitto, accoglienza e protezione, nel rispetto dei loro diritti fondamentali. Il nostro Paese sta rispondendo a quella che rischia di essere la più grave crisi umanitaria europea degli ultimi anni, con grande slancio e con iniziative che si moltiplicano di ora in ora. A tal fine è prioritario mettere a sistema la grande macchina della solidarietà che si è attivata in tutto il Paese, soprattutto attraverso il rafforzamento della rete di collaborazione tra istituzioni – sotto il coordinamento della protezione civile – e tutte le organizzazioni della società civile”.

“I BAMBINI PAGANO IL PREZZO PIÙ ALTO, IL VIAGGIO PER LORO È UN RISCHIO”

“In tutte le situazioni di crisi i bambini e le bambine pagano spesso il prezzo più alto– ha dichiarato Anna Riatti, coordinatrice della risposta in Italia per l’Ufficio Regionale Unicef per l’Europa e l’Asia centrale-. La fuga e il viaggio pongono ostacoli alla loro protezione e li espongono al rischio di sfruttamento e violenza. Continuiamo l’azione a fianco delle istituzioni per garantire una corretta informativa nei principali punti di ingresso e transito, l’individuazione tempestiva dei minorenni e l’attivazione di canali di accoglienza che coinvolgano anche la società civile, come l’affidamento familiare. Non dobbiamo tralasciare inoltre l’importanza del reinserimento nei percorsi scolastici e i bisogni di supporto psicosociale, anche attraverso figure di mediazione linguistica”.

L’intervento presso il Valico Fernetti, a supporto delle bambine, dei bambini e degli adolescenti che arrivano in Italia dall’Ucraina, si inserisce nell’ambito della più ampia collaborazione tra Save the Children e Unicef, inaugurato a dicembre 2020 per dare una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambini e adolescenti, delle loro famiglie e delle donne sole in arrivo in Italia e in transito. Grazie alla partnership, che continuerà per tutto il 2022, continueranno ad essere garantiti ai minori in arrivo o transitanti alla frontiera Nord che Sud, provenienti da zone di conflitto e di povertà estrema di tutto il mondo, beni di prima necessità, quali kit per il viaggio e l’igiene personale, un primo sostegno psicologico, informazioni sui diritti, sui servizi e sulle opportunità disponibili.
I team di Save the Children e Unicef effettueranno anche una valutazione tempestiva delle potenziali vulnerabilità e di problemi di protezione specifici, tra cui quelli connessi alla violenza di genere nei confronti delle ragazze e delle giovani donne.

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