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Nel Lazio legge per i tatuatori, Manzo: “Bene, stop all’abusivismo”

Lo storico tatuatore romano commenta le nuove norme che disciplinano il settore. Solo nel Lazio si contano 30mila attività abusive: rischio epatite, aids e inchiostri tossici

Pubblicato:08-03-2021 15:56
Ultimo aggiornamento:08-03-2021 15:58
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ROMA – La Regione Lazio ha regolamentato, attraverso una legge, tutti gli aspetti legati alla pratica di tatuaggi e piercing, riconoscendo tutele legali e una disciplina del settore a livello regionale. “Avevamo bisogno di una legge in grado di darci nuove linee guida per le nostre attività. Spero, inoltre, che ci sia una futura legge nazionale, con le stesse regole valide su tutto il territorio, con corsi professionali di durata triennale come già avviene per gli altri servizi di cura alla persona come estetica o parrucchieri, per consentire una formazione che possa dare uno sbocco lavorativo più facile a chi aspira a questa professione con adeguata preparazione e competenza” ha commentato Marco Manzo, storico tatuatore romano e docente nei corsi professionali obbligatori in materia di igiene e sicurezza del lavoro e tecnica di tatuaggio e piercing.

Nel Lazio si segnalano circa 1.350 attività di tatuaggi regolari e 30 mila abusive. La legge, per porre rimedio a questa sproporzione, ha innalzato le sanzioni per colpire gli eventuali irregolari. Le sanzioni previste per gli abusivi in assenza della Scia o dei percorsi formativi vanno dai 3.000 ai 15.000 euro, con il conseguente sequestro delle attrezzature e dei materiali utilizzati. Modifiche sono state anche previste per la formazione dei tatuatori. “La durata dei corsi obbligatori- ha sottolineato- passa dalle attuali 90 ore complessive a 800 ore per i tatuaggi e 300 per i piercing”. “I rischi in strutture non regolari possono essere molto alti. Si possono rischiare malattie infettive come epatite e Aids e inoltre i pigmenti utilizzati potrebbero essere non a norma e quindi potenzialmente tumorali. A ciò si aggiunga che in questo momento, col coronavirus, i rischi sono ancora maggiori. L’obiettivo è far sì che gli operatori del settore lavorino alla luce del sole e siano controllati“, ha concluso Manzo.

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