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Covid, arrestati soci casa per anziani nel Potentino: l’accusa è epidemia colposa

Ventidue i morti a Marsicovetere. L'indagine, coordinata dalla procura di Potenza, è stata denominata Casa Covid

Pubblicato:08-03-2021 15:01
Ultimo aggiornamento:08-03-2021 16:17
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POTENZA – Ventidue omicidi colposi, epidemia colposa e circonvenzione d’incapaci. Queste le accuse a cui dovranno rispondere i titolari della casa di riposo Casa Alloggio Ramagnano Nicola con sede a Marsicovetere, Nicola Ramagnano e Romina Varallo, arrestati oggi dai carabinieri al termine delle indagini coordinate dalla procura di Potenza e delegate al Nas. L’inchiesta è partita a seguito del decesso di un’anziana ospite della casa alloggio nel mese di settembre 2020 per Covid. Subito dopo si sono registrati altri 21 decessi per la medesima causa, 17 ospiti di Marsicovetere e 5 della casa di riposo San Giuseppe di Brienza, gestita dalle suore missionarie catechiste del Sacro Cuore, presso la quale era stata trasferita “abusivamente” un’ospite della struttura in cui si era sviluppato l’originario focolaio epidemico.

A CASA RIPOSO MARSICOVETERE OSPITI ANCHE NELLA SALA MORTUARIA

Le indagini, condotte con l’ausilio anche di intercettazioni, pedinamenti, ispezioni dei luoghi, acquisizione di documentazione sanitaria e ascolto di parenti degli anziani e dei dipendenti della struttura, hanno permesso di appurare “un quadro di assoluta inadeguatezza della struttura” secondo quanto sostenuto dal procuratore Francesco Curcio. La casa alloggio ospitava un numero almeno doppio di persone fragili (49 invece di 22): gli anziani, tra cui anche non autosufficienti, venivano “depositati in ogni angolo della casa, compresa la sala mortuaria”. I carabinieri hanno trovato anche documentazione falsificata rispetto alla registrazione in entrata e uscita e hanno riscontrato una “mancanza totale di dispositivi di protezione individuale, per cui i dipendenti erano obbligati a proteggerti a spese proprie”. Nonostante il sequestro della casa alloggio di Marsicovetere, i due avrebbero usufruito “abusivamente” di altre due strutture di accoglienza, poi sottoposte a chiusura. Un anziano ospite in stato di infermità, infine, sarebbe stato indotto a predisporre atti patrimoniali in loro favore.


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