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Usa, le donne che ‘resistono’ a Trump dentro le chiese ‘santuario’

Dopo le città 'disobbedienti', stanno continuando ad aumentare in America anche le chiese 'santuario', che proteggono i migranti

Pubblicato:08-03-2017 11:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:59

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ROMA – Jeanette Vizguerra e Ingrid Encalada sono due donne residenti negli Stati Uniti di origine sudamericana. Non hanno però i documenti, perciò su di loro pende un’ordinanza di espulsione. Per evitare la deportazione, e quindi essere separate dai figli, da giorni vivono come recluse in due chiese a Denver, in Colorado. A raccontare questa storia l’emittente latinoamericana ‘Univision’, la quale sottolinea che, con l’arrivo di Donald Trump e la conseguente stretta sugli immigrati irregolari, è aumentato il numero delle cosiddette ‘chiese santuario’: parrocchie in cui le forze dell’ordine evitano di irrompere, in virtù di una sorta di “regola non scritta”. “Santiago è mio figlio, ha due anni ed è l’unica cosa che mi distrae. Ha tante energie” racconta Janette, che abita da una ventina di giorni negli edifici di una congregazione cristiana. Il reverendo ha dedicato un intero piano a chi, come questa donna, non vuole lasciare la sua famiglia, la sua vita. Ingrid risiede in una congregazione analoga dal 28 novembre, assistita da vari volontari: “La mia paura più grande è sempre stata quella di essere deportata, e quindi di non poter dare ai miei figli un’educazione migliore”, ha spiegato la giovane mamma. “La gente magari mi vede come una povera donna” ha detto ancora ai giornalisti Jeanette, “ma io non sono questo. Io sto lottando per mantenere la mia famiglia unita”.

L’iniziativa di queste chiese va di pari passo con quella delle ‘città santuario‘, circa 200 in tutto il Paese, i cui sindaci proteggono i cittadini immigrati dalle azioni di Trump e si rifiutano di cooperare con gli Uffici per l’immigrazione. Per questo il Presidente, a pochi giorni dal suo giuramento, ha annunciato il taglio dei fondi federali a loro destinati. I sindaci non vogliono arrestare i migranti privi di documenti per favorirne il rimpatrio. Le stime indicano circa 12 milioni di persone, un “valore per il Paese”, come hanno ribadito vari sindaci e politici, in termini di forza lavoro e contributo demografico. “Non divideremo le famiglie, non lasceremo i bambini senza genitori. Questa è una città che include, e rispetta i diritti di ogni persona. E’ questo il ‘sogno americano’, e noi non lo distruggeremo”, aveva detto a fine gennaio il sindaco di New York, Bill De Blasio, aggiungendo la Grande mela alla lista delle città ‘disobbedienti’.

di Alessandra Fabbretti, giornalista


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